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Come il trauma modella la percezione delle immagini e la nostra visione del mondo

Il trauma è una potente forza modellatrice che può influenzare profondamente il nostro modo di vedere il mondo e percepire le immagini. Quando una persona vive un evento traumatico, le esperienze negative possono lasciare un’impronta duratura sulla sua psiche, alterando non solo i processi cognitivi e emotivi, ma anche la percezione visiva. Questo fenomeno è oggetto di numerosi studi nel campo della psicologia e della neuroscienza, poiché la comprensione di come il trauma influisce sulla percezione può aiutare a sviluppare strategie terapeutiche efficaci.

Gli eventi traumatici attivano una risposta di stress intensa che coinvolge diverse aree del cervello, tra cui l’amigdala, l’ippocampo e la corteccia prefrontale. L’amigdala, in particolare, è responsabile dell’elaborazione delle emozioni, soprattutto quelle legate alla paura e alla minaccia. Quando una persona vive un trauma, l’amigdala può diventare iperattiva, portando a una percezione amplificata delle immagini minacciose o spaventose. Questo può spiegare perché individui che hanno subito traumi tendono a vedere il mondo attraverso una lente di paura e ansia, percependo minacce anche in situazioni apparentemente innocue.

 

Il trauma è in grado di modellare la percezione del mondo e delle immagini

L’ippocampo, che è coinvolto nella formazione e nel recupero dei ricordi, può anche essere alterato dal trauma. Le esperienze traumatiche possono causare danni o disfunzioni in questa area, portando a difficoltà nel ricordare dettagli specifici dell’evento traumatico o, al contrario, a flashback intrusivi. Questa alterazione della memoria può influenzare la percezione delle immagini, poiché i ricordi traumatici possono essere evocati da stimoli visivi che ricordano l’evento traumatico, portando a reazioni emotive intense e spesso sproporzionate rispetto alla situazione attuale.

La corteccia prefrontale, responsabile della regolazione delle emozioni e dei comportamenti, può anche subire cambiamenti significativi a seguito di un trauma. Una ridotta attività in questa regione può diminuire la capacità di una persona di controllare le reazioni emotive e di valutare razionalmente le situazioni. Di conseguenza, individui traumatizzati possono avere difficoltà a distinguere tra percezioni realistiche e distorte, portando a una visione del mondo più negativa e pessimistica.

La percezione delle immagini è ulteriormente influenzata dal trauma attraverso meccanismi di attenzione selettiva. Le persone che hanno subito traumi possono sviluppare una tendenza a concentrarsi su dettagli negativi o minacciosi nelle loro percezioni visive, escludendo altri aspetti più neutri o positivi. Questo fenomeno, noto come “bias attentivo”, può perpetuare uno stato di vigilanza costante e contribuire a mantenere alti livelli di stress e ansia.

 

Recuperare una visione più sana e positiva del mondo

Un esempio di come il trauma possa influenzare la percezione visiva è stato osservato in studi su veterani di guerra con disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Questi studi hanno rilevato che i veterani con PTSD tendono a interpretare immagini ambigue come minacciose e mostrano una reattività aumentata a stimoli visivi associati al trauma. Questo suggerisce che il trauma può alterare profondamente il modo in cui le informazioni visive vengono elaborate e interpretate.

Le terapie mirate a trattare gli effetti del trauma, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR), spesso includono componenti che mirano a ristrutturare la percezione e l’interpretazione delle immagini. Questi interventi possono aiutare a ridurre l’iperattivazione dell’amigdala, migliorare la funzione dell’ippocampo e aumentare l’attività nella corteccia prefrontale, portando a una percezione più equilibrata e meno distorta delle immagini.

In conclusione, il trauma ha un impatto significativo sulla percezione delle immagini, influenzando vari processi cerebrali e psicologici. Comprendere questi meccanismi è fondamentale per sviluppare interventi terapeutici che possano aiutare le persone a superare gli effetti negativi del trauma e a recuperare una visione più sana e positiva del mondo.

Immagine di freepik

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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