L’archeologia è un settore molto interessante della scienza, che ci permette di esplorare a fondo l’ambiente e scoprire novità e dettagli di tutto ciò che è accaduto migliaia, o addirittura centinaia di migliaia, di anni fa. Oltre a scoprire particolari caratteristiche ambientali, è ottimo per scoprire le usanze del passato e come queste hanno portato a ciò che siamo e facciamo noi.
In merito a ciò, recentemente è stata fatta una scoperta in Sudafrica dove sono state trovate piante amidacee di ben 170.000 anni fa, a dimostrazione che le popolazioni già usavano l’amido cotto.
L’amido già era usato 170.000 anni fa
Secondo una dichiarazione rilasciata dall’Università del Witwatersrand, dei ricercatori, tra cui gli scienziati Lyn Wadley e Christine Sievers, hanno trovato prove che i primi umani moderni hanno raccolto e cucinato parti di piante amidacee conosciute come rizomi circa 170.000 anni fa. I rizomi carbonizzati sono stati recuperati dai camini e dalle discariche di ceneri nella Grotta di confine del Sudafrica, che si trova nelle montagne di Lebombo, e identificate con un microscopio elettronico a scansione come Hypoxis, una pianta nota anche come “fiore della stella gialla”.
Gli esperti suggeriscono che un bastone di scavo di legno scoperto nella caverna potrebbe essere stato usato per scavare tali rizomi dal terreno. Wadley ha anche spiegato che cucinare i rizomi li avrebbe resi più facili da sbucciare e digerire. Inoltre, si può ipotizzare che da quando i rizomi sono stati cucinati nella grotta, piuttosto che nel campo, potrebbero essere stati condivisi con altri che condividevano la grotta come base di partenza. Oggi, comunque, la pianta è ancora apprezzata per l’alimentazione, l’alto apporto energetico e le fibre alimentari che apporta.