Stephen Hawking ha commentato con durezza la scelta da parte di Donald Trump di portare gli Stati Uniti fuori dagli accordi climatici di Parigi. Il presidente americano è un uomo che divide, o lo si ama o si odia, lo studioso britannico non è uno che le manda a dire.
In occasione del suo 75esimo compleanno, Hawking ha rilasciato una lunga intervista alla BBC durante la quale ha espresso le proprie preoccupazioni circa le sorti del pianeta: “Siamo vicini al punto critico, passato il quale gli effetti del cambiamento climatico saranno irreversibili”.
Hawking vs Trump: un altro round
Tra Hawking e Trump non corre certo buon sangue, un paio di mesi fa lo studioso ha criticato il presidente, avvertendolo riguardo i rischi del riscaldamento globale, ora torna alla carica con toni ancora più aspri.
“L’operato di Trump potrebbe spingere la Terra oltre il limite, facendola diventare come Venere con temperature di 250 gradi e piogge di acido solforico. Il cambiamento climatico è uno dei più grandi rischi che affrontiamo ed è uno di quelli che possiamo evitare se agiamo subito”. Hawking si rivolge direttamente al 45esimo presidente, che ha detto a più riprese di non credere alla correlazione tra riscaldamento globale e azione umana.
“Negando l’evidenza e tirandosi fuori dagli accordi di Parigi – prosegue Hawking – Donald Trump causerà danni ambientali evitabili al nostro splendido pianeta, mettendo in pericolo la natura, noi e i nostri figli”. Il Professore ha aggiunto che gli esseri umani dovrebbero amare di più la Terra. “La migliore speranza per la sopravvivenza umana potrebbero essere colonie indipendenti nello spazio”. Non è la prima volta che Hawking dichiara necessaria la colonizzazione di altri pianeti per la sopravvivenza dell’umanità.
Pochi giorni fa anche Micheal Bloomberg, ex sindaco di New York, ha affrontato l’argomento riscaldamento globale, definendo “non utile” l’approccio di Trump”. Nel corso di un’intervista rilasciata alla CNN, ha chiarito la sua posizione: “Nessun uomo rispettabile ha dubbi circa i problemi legati al cambiamento climatico”. L’ex primo cittadino della Grande Mela è in prima fila con il proprio ente benefico, Bloomberg Philantropies, in prima linea per il raggiungimento di un accordo internazionale circa il clima.
Fonte: telegraph.co.uk