Nel maggio 2024, la Terra ha affrontato la più intensa tempesta geomagnetica degli ultimi 21 anni. Questa serie di eruzioni solari ha sconvolto la magnetosfera terrestre, generando aurore boreali spettacolari e portando alla formazione di due nuove fasce di radiazione intorno al nostro pianeta.
I dati del satellite della NASA Colorado Inner Radiation Belt Experiment (CIRBE) hanno rivelato una struttura mai osservata prima: due fasce di radiazione extra, formatesi tra le già note fasce di Van Allen, lo scudo naturale che protegge la Terra dalle particelle solari e dai raggi cosmici.
Le nuove fasce di radiazione: cosa sono e dove si trovano
Le fasce di Van Allen sono una coppia di zone toroidali di particelle cariche intrappolate nel campo magnetico terrestre, situate fino a 58.000 km dalla superficie. Tuttavia, la tempesta solare del 2024 ha generato due nuove fasce intermedie, posizionate tra la fascia interna e quella esterna di Van Allen.
Una di queste, composta prevalentemente da protoni, presenta una configurazione unica mai osservata prima. Secondo i ricercatori, questa struttura potrebbe ancora esistere, mentre la seconda fascia, ricca di elettroni, è scomparsa dopo tre mesi, dissolvendosi a seguito di ulteriori tempeste solari a giugno e agosto.
Un fenomeno che potrebbe avere conseguenze durature
Secondo Xinlin Li, fisico spaziale dell’Università del Colorado Boulder, la scoperta rappresenta un evento inedito nella storia dell’osservazione spaziale. La fascia protonica interna, infatti, sembra essere più stabile e potrebbe resistere più a lungo del previsto.
Gli scienziati ipotizzano che questa longevità sia legata alla configurazione specifica della fascia o alla maggiore attività solare registrata in questa fase del ciclo solare, noto come massimo solare.
Quali potrebbero essere gli effetti sulla Terra?
La scoperta di queste nuove fasce di radiazione solleva interrogativi sulla loro influenza sulle telecomunicazioni, sui satelliti e sulla sicurezza degli astronauti. Le tempeste solari, infatti, possono interferire con i sistemi di navigazione, danneggiare i dispositivi elettronici e aumentare il rischio di esposizione alle radiazioni per chi lavora nello spazio.
Gli studiosi continueranno a monitorare il fenomeno per comprendere meglio il suo impatto e determinare se questa nuova fascia di radiazione interna rappresenti una caratteristica temporanea o una modifica permanente della magnetosfera terrestre.
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