A seguito di una mutazione genetica, circa 6000 anni fa, comparve per la prima volta un tipo di tumore canino contagioso e molto persistente. Si diffuse poi a livello globale a causa dello spostamento delle popolazioni dell’Asia e dell’Europa, soprattutto legato alle attività marittime.
Il tumore si trasmette sessualmente nei cani, ed è infatti conosciuto come tumore venereo trasmissibile del cane (TVT o CTVT). Si tratta di una forma venerea di cancro genitale che colpisce i cani ed altri canidi come gli sciacalli e le volpi.
I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno dunque deciso di svolgere un’analisi evolutiva e genetica di questo tumore, uno tra i più prolifici ed il più antico mai rintracciato nella storia. Lo studio è stato svolto dal 2003 al 20016 presso il Trasmissible Cancer Group di Cambridge, confrontando le differenze nei geni di questo tumore in oltre 546 cani provenienti da tutto il Pianeta.
Per realizzare la ricerca, gli studiosi hanno sequenziato il genoma del tumore e analizzando i dati sono riusciti a creare un albero filogenetico del tumore venereo, risalendo a tutte le mutazioni e alla sua evoluzione nel corso dei millenni.
Lo scopo dello studio è stato quello di determinare la storia evolutiva del tumore e che cosa gli abbia permesso di perdurare nei millenni. Sembra infatti che la mutazione alla base della neoplasia genitale dei cani, sia apparsa per la prima volta tra gli 8500 ed i 4000 anni fa, in Asia od Europa, e da qui si sarebbe poi diffusa, raggiungendo il continente americano circa 500 anni fa dall’Europa, a seguito della scoperta e colonizzazione dell’America. E sempre a seguito della colonizzazione ha raggiunto poi l’India e l’Africa.
Dall’analisi dei dati genetici del tumore è emerso che alla sua base vi sono delle mutazioni su 5 geni specifici, rilevate in tutti i campioni. Una di queste mutazioni ha modificato il DNA del tumore per un lungo periodo, per poi scomparire.
Non ci sono inoltre informazioni su che cosa abbia provocato inizialmente la mutazione. Secondo Elizabeth Murchison, che presiede il Trasmissible Cancer Group, potrebbe essersi “trattato di un agente presente nell’ambiente dove il tumore è apparso per la prima volta”.
Inoltre il TVT, sembrerebbe aver avuto un evoluzione casuale, guidata da fattori casuali e non a seguito di selezione positiva come avviene per i tumori dell’essere umano.
Nonostante questo il tumore venereo trasmissibile dei cani, ha resistito per millenni arrivando fino al giorno d’oggi e, come afferma Baez-Ortega, “questo cancro parassita ha dimostrato di essere particolarmente bravo a sopravvivere anche se sta costantemente deteriorando. Questo suggerisce che i suoi giorni potrebbero essere contati, ma è probabile che ci vogliano decine di migliaia di anni prima che sparisca”.
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