Lo Spitzer Space Telescope della NASA ha scattato delle straordinarie immagini che ritraggono una nebulosa dalla bizzarra forma di zucca, scolpita in un enorme agglomerato di gas e polvere, che gli scienziati della NASA hanno denominato Jack-O. La nebulosa ha infatti una sorprendente somiglianza con la famigerata zucca di Halloween. Le immagini mostrano degli spazi vuoti, simili a grossi occhi e una sezione che ricorda una bocca a zig-zag, che sembra quasi urlare nello spazio.
Lo Spitzer Space Telescope ha rilevato questa inquietante somiglianza appena in tempo per le festività di Halloween. Secondo la NASA, responsabile della creazione della struttura potrebbe essere una stella anche venti volte più grande del Sole. In una dichiarazione, la NASA ha infatti reso noto: “Un recente studio della regione suggerisce che il potente deflusso di radiazioni e particelle sia stato probabilmente causato da una stella, che ha spazzato la polvere e il gas circostanti verso l’esterno, creando profonde zone vuote in questa nebulosa, dandole la forma che oggi notiamo“.
“Spitzer“, continua il comunicato, “rileva la luce infrarossa ed è stato in grado di vedere la stella brillare, quasi come una candela all’interno di una zucca intagliata. Gli scienziati dietro l’osservazione hanno soprannominato la struttura nebulosa Jack-o-lantern. Moltissimi degli oggetti spaziali scoperti nell’universo emettono luce infrarossa, spesso sotto forma di calore, pertanto essi tendono a irradiare più luce infrarossa man mano che diventano caldi. Invisibili all’occhio umano, tre lunghezze d’onda della luce infrarossa compongono l’immagine multicolore della nebulosa Jack-O“.
La NASA ha inoltre spiegato: “Una versione ad alto contrasto della stessa immagine rende più pronunciata la lunghezza d’onda rossa. Insieme, le lunghezze d’onda rosse e verdi creano una tonalità arancione. L’immagine evidenzia i contorni della polvere e le regioni più dense della nebulosa, che appaiono più luminose“. La NASA sostiene infine che questo interessante rilevamento, se combinato con le informazioni che possediamo sulle stelle, aiuterà gli scienziati a determinare in che modo il processo di formazione di stelle e pianeti nelle regioni più esterne della galassia differisce da quello riscontrato nelle stelle presenti nelle regioni centrali e più interne.
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