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Universo, il problema della materia mancante è stato finalmente risolto

Nel 2019, Jean-Pierre Macquart aveva soppesato con successo l’universo per la prima volta, scoprendo finalmente dove si nascondeva metà di tutta la materia normale. Ma mentre varcava la soglia, pronto a spiegare la sua scoperta monumentale, i segreti eterei del cosmo che aveva scoperto furono rapidamente sostituiti dalle praticità dell’esistenza.

In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature mercoledì, Macquart e un team di astronomi internazionali descrivono per la prima volta la loro scoperta. Rivelano come un flusso di segnali bizzarri inviati dallo spazio profondo ha aiutato a risolvere un mistero persistente sulla materia normale nell’universo, e in che modo la loro tecnica ha fornito un modo completamente nuovo di guardare il cosmo.

 

La grande scoperta sull’Universo

Macquart, un astronomo dell’International Centre for Radio Astronomy Research in Australia, e il suo team hanno cercato nel cosmo radio veloci o FRB, usando un enorme array di telescopi nell’entroterra australiano. Le esplosioni estremamente energiche viaggiano attraverso il vasto vuoto dello spazio e vengono rilevate dalle 36 antenne paraboliche di ASKAP posizionate nel deserto radio-silenzioso dell’Australia occidentale.

Macquart ed un gruppo di collaboratori provenienti da istituzioni di tutto il mondo, parte del gruppo investigativo Commensal Real-time ASKAP Fast Transients Survey, hanno capito che gli scoppi potevano anche essere usati per rilevare la “materia mancante” dell’universo.

L’universo è costituito da “materia ordinaria”, materia oscura ed energia oscura. Questi ultimi costituenti rappresentano circa il 95% dell’universo noto e sono incredibilmente misteriosi. Sappiamo che esistono ma non siamo mai stati in grado di rilevarli.

D’altra parte, Macquart spiega che la materia ordinaria, o materia barionica, è tutta la “roba” di cui noi siamo fatti, così come ciò che compone i pianeti, le stelle e le galassie. “È qualsiasi cosa ti venga in mente nella tavola periodica”, dice. I primi calcoli degli anni ’90 hanno mostrato che questo tipo di materia costituisce l’altro misero 5% di tutta la materia nell’universo e che gli scienziati hanno cercato.

 

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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