A meno di sforzi che solo in pochi sono disposti a compiere, l’uomo presenta più grasso corpo rispetto ai primati, almeno a quelli considerati più prossimi nella linea evolutiva. Il motivo non è stato noto, almeno finora ovvero quando alcuni biologi della Duke University sono riusciti a comprendere la differenza tra noi e loro. La risposta è da ricercare nel DNA, ovviamente, ma più nello specifico in alcuni gruppi di geni che su di noi funzionano in modo diverso. Quest’ultimi sembrano essere in grado di convertire le calorie delle cellule con più facilità; anche noi abbiamo un sistema simile, ma meno efficace.
Detti in altri termini, la nostra riserva di adipe risulta essere molto meno accessibile rispetto che ad alcuni tipi di scimmie come gli scimpanzé e i macachi. Attingere a questa fonte energetica dal nostro punto di vista risulta avvenire in condizioni che non rientrano nella normalità, come appunto un esercizio intenso. Si potrebbe affermare che lo stile di vita tra le due specie risulta essere diverso e quindi è normale che ci sia tale diversità, ma è una cosa che è stata presa in considerazione.
Il tasso di grasso corporeo medio delle scimmie sopracitate è di meno del 9% mentre per gli umani, nonostante ci siano una sostanziale differenza tra i due sessi, è di circa il 18%. Questo è dovuto principalmente ai gruppi di geni sopracitato che nel caso delle scimmie risulta essere più accessibile ed esposto. Una delle ipotesi per cui questa differenza è stata sviluppata è dovuta allo sviluppo stesso del cervello. Il nostro si è triplicato in fatto di dimensione e per garantirsi una riserva di energia maggiore l’evoluzione ha messo in piedi questa riserva energetica.
Ecco una dichiarazione di Devi Swain-Lenz, ricercatore in genomica funzionale alla Duke University: “Forse potremmo capire un gruppo di geni che dobbiamo attivare o disattivare, ma siamo ancora molto lontani da questo. Non penso che sia così semplice come capovolgere un interruttore: se lo fosse, lo avremmo capito molto tempo fa.”
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