L’argomento che continua a risultare il più complicato è al momento la terza dose dei vaccini. La somministrazione nel nostro paese è per ora prevista solamente per le persone particolarmente fragili e che hanno un sistema immunitario compromesso. Per tutti gli altri non si sa ancora niente e per come sta andando avanti la discussione sembra che non sarà prevista in tempi brevi.
Se questa è la situazione Italia, e in realtà sostanzialmente in tutta Europa, altri paesi stanno già guardando avanti. Tra questi ci sono gli Stati Uniti che sembrano avere le idee ben chiare in merito. Si sta parlando di un distanza dalla seconda dose di 8 mesi, anche se i dati parlano di una protezione che dovrebbe arrivare tranquillamente a un anno.
Vaccini e terze dosi: quanto c’è da aspettare?
Le parole del capo consigliere medico del presidente degli Stati Uniti: “Stiamo ancora rispettando gli otto mesi. Tuttavia, come abbiamo detto, anche nella dichiarazione originale che è uscita, dovremo seguire il modo standard della guardando i dati e poi il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione. Quindi, anche se ci atteniamo all’otto, rimaniamo flessibili, in modo che se i dati ci dicono diversamente, apporteremo le modifiche di conseguenza.”
Un altro problema dietro alle terze dosi che durante quest’estate è risultato meno impellente visto l’abbassarsi delle somministrazioni causa vacanze sono proprio le forniture. I produttori di vaccini non possono stare al passo con le terze dosi per l’Europa quando la maggior parte dei paesi fuori dall’unione si trova in una situazione allarmante a livello di percentuali di vaccinati anche con una sola.