Dopo che è stato dichiarato lo stato d’emergenza riguardo il vaiolo delle scimmie in molte parti del mondo, anche in Italia all’inizio di questa settimana sono iniziate le vaccinazioni contro questo video nell’ospedale Spallanzani. Al momento la vaccinazione non è ancora obbligatoria e ancora non è indispensabile effettuare una vaccinazione di massa, vista la modalità di contagio e la veloce trasmissione del virus.
Visto che ci troviamo solo all’inizio di questo ciclo di vaccinazioni e le dosi non sono molte, possono accedere e prenotarsi alla dose di vaccino solo coloro che il Ministero ha definito a rischio di contagio. Come sappiamo da innumerevoli studi che il vaiolo delle scimmie è maggiormente diffuso tra le persone omosessuali o che hanno comportamenti sessuali ritenuti rischiosi dalle autorità sanitarie.
Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva e non va confusa con il ben più rischioso vaiolo, malattia dichiarata eradicata nel 1980 dall’OMS in seguito a una massiccia campagna di vaccinazione condotta tra la fine degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta. Una persona infetta può in alcune circostanze contagiarne un’altra, per esempio attraverso gocce di saliva, contatti con ferite o liquidi biologici infetti, ma le vie di trasmissione umano-umano non sono ancora completamente chiare. Proprio per questo il virus non è ancora stato dichiarato come una malattia trasmissibile.
I virus simili a questo solitamente non fanno alcuna distinzione tra età, genere, orientamento sessuale, ma prosperano in alcune specifiche condizioni e proprio per questo possono avere effetti maggiori in alcuni individui specifici. Nel caso del vaiolo delle scimmie, un’ipotesi per spiegare come mai finora la maggior parte dei casi abbia riguardato uomini che fanno sesso con altri uomini è che abbia iniziato a circolare per caso in un gruppo di questi, rimanendo poi nella comunità.
Al momento le vaccinazioni in Italia sono iniziate solo allo Spallanzani e dovrebbero cominciare nei prossimi giorni anche nelle altre tre regioni in cui si sono registrati più contagi. In queste regioni sono state distribuite in tutto 4.200 dosi di vaccino: 2mila alla Lombardia, 1.200 al Lazio, 600 all’Emilia-Romagna e 400 al Veneto.
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