Recenti studi affermano che la variante omicron può eludere parzialmente la protezione di vaccini come Pfizer o BioNTech, utilizzati per il Covid-19. Gli scienziati hanno testato la capacità di neutralizzare la variante dell’omicron con uno studio sul sangue di 12 persone che erano state precedentemente vaccinate. I risultati ottenuti sono allarmanti se confrontati con i precedenti ceppi di Covid-19.
La variante omicron è l’ultimo ceppo di coronavirus. Rilevato, finora, in 38 Paesi diversi e tramite trasmissione locale. Questo ha generato un’allerta mondiale perché, pur non rappresentando un rischio mortale per chi lo contrae, è in grado di infettare sei volte più delle varianti precedenti – come Delta – in un breve lasso di tempo.
Uno studio realizzato dall’Africa Health Research Institute, in Sud Africa, ha testato il grado di neutralizzazione del sangue di pazienti vaccinati contro l’omicron. Di conseguenza, è stato determinato che la variante omicron potrebbe ridurre di quasi la metà la protezione immunologica dei vaccini. Anche in quelli con dosi doppie.
Gli scienziati sottolineano che la struttura proteica di Omicron è correlata a questa capacità di “neutralizzazione”, poiché essendo mutabile, rende difficile agli anticorpi identificarlo e attaccarlo come altri ceppi di Covid-19. Da si è appreso finora, rispetto ad altre varianti, Omicron tende ad essere più capace di reinfettare le persone che sono state precedentemente infettate e hanno ricevuto una certa protezione contro il Covid-19.
Ad oggi, gli studi suggeriscono che la fuga immunitaria dei vaccinati è solo la metà. Ciò indica che il potenziamento degli anticorpi può essere una soluzione per ridurre la diffusione della variante dell’omicron.
La scoperta preoccupante è che la neutralizzazione anticorpale è ridotta di circa 40 volte contro Omicron rispetto al virus Wuhan originale. Prove emergenti dai vaccini di richiamo mostrano che sono in grado di generare livelli molto elevati di anticorpi, che potenzialmente dovrebbero comunque fornire una preziosa protezione contro le infezioni. In questo senso, gli scienziati sostengono l’idea di utilizzare vaccini booster per Covid-19 contro la variante omicron. Anche se le implicazioni cliniche non erano ancora state pienamente confermate.
La ragione di ciò risiede negli studi primari di Covid-19, come riportato dal professor Willem Hanekom. In questi è stato più che chiarito che minore è la protezione, maggiore è la quantità di contagio e, quindi, l’efficacia dei vaccini in termini di creazione di anticorpi.
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