Hai mai sentito parlare dei coccolitofori? No? Si tratta di alghe microscopiche che formano minuscole lastre di calcare, chiamate coccoliti, attorno alle loro singole cellule. La forma e le dimensioni dei coccoliti variano a seconda della specie. Un dettaglio scientifico rilevante su questi minuscoli esseri: dopo la loro morte, i coccolitofori sprofondano nell’oceano e i loro coccoliti si accumulano nei sedimenti, che registrano fedelmente l’evoluzione dettagliata di questi organismi nel tempo geologico.
Un team di scienziati guidato da ricercatori del CNRS 1 (Francia) ha mostrato, in un articolo pubblicato sulla rivista Nature, che alcune variazioni dell’orbita terrestre hanno influenzato l’evoluzione dei coccolitofori. Per giungere a questa conclusione, hanno misurato e classificato, utilizzando tecniche di microscopio automatizzato e intelligenza artificiale, non meno di 9 milioni di coccoliti, che coprono un intervallo di 2,8 milioni di anni e varie località dell’oceano tropicale.
I ricercatori hanno osservato che i coccoliti hanno attraversato cicli di maggiore e minore diversità di dimensioni e forma, con ritmi di 100 e 400 mila anni. Propongono anche una causa: la forma più o meno circolare dell’orbita della Terra intorno al Sole, che varia con la stessa velocità. Pertanto, quando l’orbita della Terra è più circolare, come avviene oggi (questo è noto come bassa eccentricità), le regioni equatoriali mostrano poche variazioni stagionali e specie scarsamente specializzate dominano tutti gli oceani. D’altra parte, quando l’eccentricità aumenta e le stagioni più pronunciate appaiono più vicine all’equatore, i coccolitofori si diversificano in molte specie specializzate ma producono collettivamente meno calcare.
Fondamentalmente, a causa della loro abbondanza e distribuzione globale, questi organismi rappresentano la metà del calcare (carbonato di calcio, parzialmente composto da carbonio) prodotto negli oceani. In quanto tali, svolgono un ruolo importante nel ciclo del carbonio e nel determinare la chimica degli oceani.
Pertanto, è probabile che i modelli di abbondanza ciclica di questi produttori di calcare abbiano svolto un ruolo chiave nei climi antichi e potrebbero spiegare variazioni climatiche finora misteriose nei periodi caldi precedenti. In altre parole, in assenza di ghiaccio, l’evoluzione biologica delle microalghe avrebbe potuto dettare il ritmo dei climi. Questa ipotesi deve ancora essere confermata.