Un gruppo di ricercatori appartenenti all’illustre Università Federico II di Napoli ha realizzato un modello in scala ridotta di un wormhole, ovvero sia un cunicolo spazio-temporale che sfrutta una presunta caratteristica topologica dell’universo in grado di garantire un viaggio nello spazio – tempo.
Il wormhole, spesso definito come galleria gravitazionale, pone in stretta relazione la dimensione gravitazionale con lo spazio tempo, consentendo di attraversare la materia da un estremo all’altro passandoci attraverso. Per portare a termine l’esperimento, l’equipe si è servita del grafene.
Wormhole: come attraversare il tempo grazie al grafene
Per generare un wormhole occorre una densità di energia davvero enorme, in grado di distorcere la struttura spazio – tempo al punto da creare, appunto, un cunicolo. Una soluzione che, fino ad oggi, non è stato possibile verificare e che si basa sulla teoria dei buchi neri, visti in questo caso come portale di accesso al wormhole.
L’esperimento, condotto da un gruppo di fisici dell’Università Federico II di Napoli, guidato dal Prof. Salvatore Capozziello, ha posto le basi per uno studio sul funzionamento del cunicolo, ed allo stesso tempo sul campo di applicabilità industriale nel ramo della superconduttività. Vediamo di cosa si tratta e come funziona.
Per comprendere appieno i termini della pubblicazione occorre evidenziare il fatto che i due problemi principali dell’Astrofisica moderna sono dovuti alla presenza di Materia Oscura ed Energia Oscura. Evidenze chiaramente indirette, e quindi basate sulla rilevazione indiretta dei loro effetti gravitazionali. In questo caso, la comunità scientifica si spezza in due. Una parte vuole dimostrare l’esistenza di queste forme esotiche di materia ed energia cercando di trovare evidenze sperimentali dirette, mentre l’altra parte pensa che vi sia un qualche tipo di errore nelle teorie di Newton ed Einstein sulla gravitazione universale e, quindi, propone una netta revisione delle stesse.
Queste ultime considerazioni hanno dato luogo alle cosiddette “teorie f(R)”, ovvero sia una serie di funzioni matematiche basate sulla cosiddetta “scalare di Ricci (R)”, che nel campo delle equazioni della Relatività Generale riporta una certa forma prestabilita. Nel campo di queste teorie, la funzione si modifica attraverso una serie di funzioni campione, le quali consentono di ottenere nuove formulazioni delle leggi gravitazionali. Questo significa che, per estrema semplificazione, il comportamento dell’Universo può essere spiegato senza chiamare in causa Materia ed Energia Oscura.
I ricercatori dell’Università Federico II di Napoli hanno cercato di simulare ciò che accade nel cosmo in scala super-ridotta, costruendo un modello di wormhole basato sul grafene. La creazione di questo complesso sistema basa la propria efficacia sulle precedenti teorie f(R), le quali prevedono la possibilità di creare wormhole microscopici.
Il fisico Salvatore Capozziello ha commentato dicendo che:
“Il problema di partenza era spiegare l’esistenza di strutture che, come i buchi neri, assorbono tutta l’energia di un sistema senza restituirla: in pratica ci si trovava di fronte ad una violazione del principio di conservazione dell’energia. Una delle spiegazioni possibili è pensare che lo spaziotempo sia ‘bucato’: è un’ipotesi molto affascinante e futuristica, che implica la possibilità di passare da una zona all’altra dello spaziotempo come di collegare fra loro universi paralleli. La nostra idea è riuscire a simulare gli effetti gravitazionali a energie più basse e ci siamo chiesti se in questo modo sarebbe stato possibile riprodurre un wormhole in laboratorio”
Utilizzando due lastre sottilissime di grafene, i fisici hanno interconnesso le parti tramite un nanotubo che, in questo caso, costituisce il nostro modello di wormhole. Il sistema è stabile, in presenza di lastre di grafene puro. Nel momento in cui, però, vengono introdotte delle impurità il sistema si attiva sviluppando correnti super conduttrici all’interno del nanotubo.
In questo contesto, portando la questione a livello pratico, si possono ricondurre le impurità cosmiche all’eventuale presenza di un corpo estraneo, quale potrebbe essere, ad esempio, una navicella spaziale. Ovviamente, senza volare troppo con la fantasia, è possibile prevedere un sistema in grado di trasmettere i segnali elettrici a livello atomico in maniera estremamente precisa e rapidissima, proprio grazie alla superconduttività.
Il prof. Salvatore Capozziello ha concluso dicendo che:
“I foglietti di grafene permettono di controllare correnti in entrata e in uscita. Spostandoci su dimensioni cosmiche, potremmo considerare un osservatore che con la sua navetta si avvicina a un wormhole come un elemento capace di perturbare la struttura: in questo caso sarebbe possibile passare da una parte all’altra del cunicolo spaziotemporale, così come trasmettere segnali da una parte all’altra Naturalmente l’obiettivo è ottenere un prototipo riproducibile su scala industriale: produrre una struttura simile significa poter trasmettere segnali in modo estremamente preciso a livello di atom. Il progetto è in via di definizione con il gruppo di Francesco Tafuri, del dipartimento di Fisica della Federico II”
In questo caso, le applicazioni sarebbero pressoché infinite e, allo stato attuale, lo scopo principale è quello di realizzare un modello su scala industriale in tempi brevi. Sicuramente un sistema davvero straordinario ed ai limiti della fantascienza. Non credete? Pronti a viaggiare nel tempo?
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