Lo spazio è pieno di misteri, uno dei più intriganti è quello legato alla presenza o meno di vita su Marte. Trovare una risposta alla domanda che da anni accompagna i ricercatori non è semplice, ma una recente ricerca porta a immaginare uno scenario meno ospitale di quanto ipotizzato negli ultimi anni.
I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno trovato alcuni elementi chimici sulla superficie del Pianeta Rosso che portano a pensare che il suolo sia tossico per i batteri, dunque qualsiasi microorganismo eventualmente apparso in passato sarebbe attualmente morto. Scopriamo insieme gli ultimi aggiornamenti.
E’ possibile la vita su Marte?
Il composto sotto i riflettori è il perclorato, scoperto dal lander Phoenix nel corso della missione del 2008 e che è stato rintracciato pure dal Mars Reconnaissance Orbiter. I perclorati si trovano naturalmente anche sulla terra, pensiamo al deserto dell’Atacama in Cile.
Normalmente non distrugge il materiale organico, ma i ricercatori nel 2010 hanno scoperto che il terreno con perclorato si ossida quando surriscaldato, una brutta notizia per qualsiasi organismo presente. Trovare perclorati su Marte rappresenta un pezzo importante del puzzle. Dopo 20 anni di scoperte e misteri irrisolti, il Pianeta Rosso non smette di stupire.
Chris McKay, scienziato della NASA, spiega le implicazioni della scoperta: “i perclorati potrebbero essere stati nel terreno di Marte insieme a organismi per miliardi di anni e non danneggiarli, ma al riscaldamento del terreno gli organismi sono morti rapidamente”. Nel 2010 McKay pubblicò uno i risultati di nuove analisi sui risultati ottenuti durante la missione Viking.
Adesso gli scienziati di Edinburgo, Jennifer Wadsworth e Charles Cockell hanno pubblicato un nuovo studio, che non considera speciali strumenti di riscaldamento per innescare la reazione, che può benissimo scaturire dal sole. I due studiosi hanno indagato circa la potenziale reazione dei perclorati e gli effetti sul Bacillus Subtilis, un batterio ritrovato su uno spacecraft e comune sul terreno e sulle rocce.
Hanno esposto il terreno del Deserto Acatama (contenente perclorati, come abbiamo detto) a una lampada UV in condizioni ambientali che ricalcano quelle marziane. Il perclorato di magnesio è stato in grado di uccidere i batteri in maniera molto più efficace della sola luce UV. Lo studio suggerisce inoltre che gli effetti dei perclorati possono essere esaltati da due elementi presenti sulla superficie marziana: ossidi di ferro e perossido di idrogeno.
Svolgendo esperimenti comprensivi di tutti e tre gli elementi, gli effetti in termini di mortalità batterica sono stati ancora più rilevanti. Questo non vuol dire necessariamente che la vita su Marte sia impossibile, i microorganismi potrebbero essersi evoluti per adattarsi al pianeta. Queste scoperte, tuttavia, allontanato la prospettiva di una vita come la conosciamo sulla terra.
Fonte: seeker.com