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Vivere nello spazio: la Stazione Spaziale Internazionale compie 20 anni

Il 2 novembre sono passati 20 anni da quando i primi astronauti sono arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Da allora questo habitat orbitante è stato continuamente occupato. Il fatto stesso di essere stata in grado di vivere nello spazio per venti anni consecutivi di vita nello spazio rende la ISS il “laboratorio naturale” perfetto per comprendere il funzionamento di ipotetiche (o reali) società extraterrestri.

 

Vivere nello spazio è questione di collaborazione

La Stazione Spaziale Internazionale è il frutto di una intensa collaborazione tra 25 agenzie e organizzazioni spaziali. Ha ospitato 241 equipaggi e alcuni turisti provenienti da 19 Paesi, ben il 43% di tutte le persone che hanno viaggiato nello spazio. Poiché sono in programma future missioni sulla Luna e su Marte, è importante sapere di cosa ha bisogno la gente per prosperare in ambienti remoti, pericolosi e chiusi, in assenza di una via facilmente accessibile per tornare a casa.

L’ISS è composta da 16 moduli: quattro russi, nove statunitensi, due giapponesi e uno europeo. Ha le dimensioni di una casa dotata di cinque camere da letto ed è abitata da sei membri d’equipaggio regolarmente in servizio per sei mesi alla volta. Una serie di curiosità è legata alla gestione della forza di gravità all’interno della stazione.

Le stazioni spaziali contemporanee non ruotano per fornire gravità. Se si lascia andare un oggetto, lo si vedrà fluttuare in aria. Comuni attività quotidiane come bere o lavarsi richiedono una pianificazione. I punti che garantiscono la gravità sono dislocati in tutta la stazione spaziale, sotto forma di maniglie o punti di appoggio per i piedi, cinghie, clip e punti di velcro per assicurare persone e oggetti. Anche il colore è importante da questo punto di vista, poiché aiuta l’equipaggio ad orientarsi. Nei moduli russi, le superfici rivolte verso la Terra (verso il basso) sono color verde oliva, mentre le pareti e le superfici rivolte verso l’esterno (verso l’alto) sono beige.

Infine, come si può facilmente intuire, l’ISS è puzzolente, rumorosa, disordinata e inondata di cellule epiteliali e briciole. Questo comporta una serie di disagi per gli astronauti, che non hanno la possibilità di andarsene quando vogliono. Ci sono però alcuni vantaggi. Il modulo Cupola, ad esempio, offre forse la migliore vista possibile: un panorama a 180 gradi della Terra che passa al di sotto della stazione.

Ph. credits: NASA

Gloria Fiorani

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