La caldera di Yellowstone si diffonde sotto gli stati del Wyoming, Montana e Idaho ed ottiene il suo soprannome di supervulcano grazie alla sua capacità di infliggere devastazione a livello globale. È costantemente monitorato dall’Indagine Geologica degli Stati Uniti (USGS) per rilevare la presenza di una supereruzione, qualcosa che è successo solo tre volte nella storia, 2,1 milioni di anni fa, 1,3 milioni di anni fa e 640.000 anni fa, portando alcuni a affermare che un’eruzione massiccia è in ritardo rispetto alle previsioni.
Nel 2013, uno studio condotto da Jamie Farrell dell’Università dello Utah ha scoperto che la camera magmatica sotto Yellowstone era molto più grande del previsto, misura 18 miglia di larghezza e nove miglia di profondità. Il dottor Farrell ha affermato che significa che c’è abbastanza materiale vulcanico sotto la superficie per eguagliare la più grande delle tre eruzioni del supervulcano negli ultimi 2,1 milioni di anni.
La grande quantità di magma del supervulcano Yellowstone
Una recente ricerca geologica in merito ha rivelato: “Se domani dovesse scoppiare il supervulcano di Yellowstone, libererebbe nell’atmosfera più di due miliardi di tonnellate di zolfo e più di mille chilometri cubi di roccia e cenere vulcanica nel cielo. Oltre a uccidere innumerevoli migliaia di vite nell’immediato dopo l’eruzione, si creerebbe la più grande crisi di rifugiati nella storia umana. La riduzione delle temperature globali a causa di vulcanici e goccioline di acido solforico che oscurano il Sole causerebbe un inverno vulcanico, della durata di oltre un decennio. Ciò provocherebbe un fallimento delle colture ovunque, con conseguenti carestie estremamente grandi, milioni, se non miliardi, morirebbero di fame”.
Questo fa capire ancor più come sia importare monitorare attentamente e sotto ogni dettaglio il supervulcano, per capire in largo anticipo se possono arrivare grandi eruzione ed attuare tutte le strategie necessarie per provare a limitare i danni.