Nel momento in cui la pandemia è scoppiata e i lockdown sono diventati la norma, tra i primi luoghi non indispensabili a venir essere chiusi ci sono stati gli Zoo. Tralasciando tutte le problematiche legati a questi luoghi, banalmente la chiusura vuol dire l’assenza di frotte di visitatori che in un modo o nell’altro interagiscono con gli animali. L’assenza di tale interazioni ha di fatto avuto un effetto su quest’ultimi, un effetto che però cambia da specie a specie.
Non esiste uno Zoo che non abbia dei primati. Come sappiamo sono tra gli animali cognitivamente più avanzati che sembrano trarre molto beneficio dalle interazioni con i visitatori, un cambiamento che però si è visto soprattutto al momento della riapertura. Per esempio, primati come i gorilla e i bonobo hanno iniziato a passare meno tempo da soli e anche meno a dormire. In generale sembrano più curiosi, o felici, della presenza di altre persone che non fossero gli addetti ai lavori.
Il comportamento degli animali negli Zoo
In termini specifici viene difficile catalogare tali azioni in una sfera più positiva o una più negativa. Si può dire che hanno passato meno tempo a dormire perché c’erano più disturbi di prima o perché preferivano passare il tempo con i visitatori. I ricercatori non hanno una risposta definitiva, ma ora hanno nuovi spunti di studio.
“I cambiamenti comportamentali e i cambiamenti nell’uso del recinto in presenza di visitatori evidenziano l’adattabilità delle specie dello zoo ai loro ambienti. Il lavoro futuro potrebbe comprendere l’analisi dell’impatto su una gamma più ampia di specie sia negli zoo che nei parchi safari, nonché le differenze tra i singoli animali.”