Scoperto ghiaccio d’acqua cristallino in un giovane sistema stellare: un passo verso nuovi mondi abitabili

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In un risultato senza precedenti, gli astronomi hanno rilevato per la prima volta ghiaccio d’acqua cristallino in un giovane sistema stellare, grazie ai dati del telescopio spaziale James Webb. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature e potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della formazione dei pianeti e della distribuzione dell’acqua nell’universo.

Il ghiaccio d’acqua cristallino: cosa significa e dove si trova

Il ghiaccio scoperto non è qualsiasi tipo di ghiaccio, ma ghiaccio cristallino, simile a quello che si trova:

  • negli anelli di Saturno,
  • nei corpi della fascia di Kuiper,
  • e nei cometi e asteroidi del nostro Sistema Solare.

L’oggetto di studio è la stella HD 181327, distante circa 155 anni luce dalla Terra. È una stella più giovane e leggermente più calda del nostro Sole, con un’età di circa 23 milioni di anni, e circondata da un disco di detriti molto attivo.

Cosa ha rilevato Webb:

  • Ghiaccio associato a polveri finissime, come piccole “palle di neve sporca”.
  • Una presenza abbondante di ghiaccio nelle aree più fredde e distanti dal centro del sistema.
  • Fino al 20% di ghiaccio d’acqua nella zona esterna del disco.

Una scoperta attesa da decenni

Già nel 2008 il telescopio Spitzer aveva suggerito una possibile presenza di ghiaccio nel sistema HD 181327, ma non c’erano strumenti in grado di confermarlo con certezza.

Oggi, grazie a Webb, i ricercatori come Chen Xie e Christine Chen della Johns Hopkins University e dello Space Telescope Science Institute possono finalmente affermarlo:

“Webb ha rilevato in modo inequivocabile non solo ghiaccio d’acqua, ma ghiaccio d’acqua cristallino.”

Perché il ghiaccio è fondamentale per la vita e i pianeti

Il ghiaccio d’acqua nei dischi di detriti ha un ruolo cruciale nella formazione planetaria:

  • Aiuta nella costruzione dei pianeti giganti.
  • Può essere trasportato verso pianeti rocciosi, contribuendo alla formazione di oceani.
  • La sua presenza è un potenziale indizio di condizioni favorevoli alla vita.

Le collisioni nel disco generano continuamente nuove particelle di ghiaccio e polvere, creando un ambiente dinamico e fertile per la formazione di nuovi mondi.

Distribuzione del ghiaccio: dove si trova e dove no

L’acqua ghiacciata non è distribuita in modo uniforme nel sistema:

  • Zone esterne: fino al 20% di ghiaccio rilevato.
  • Zona centrale: circa l’8%.
  • Zona interna (più vicina alla stella): quasi nessuna traccia, probabilmente vaporizzata dalla luce ultravioletta della stella.

Inoltre, Webb non può rilevare il ghiaccio intrappolato all’interno di corpi solidi (planetesimi), che potrebbe comunque esistere.

Un nuovo orizzonte per l’astrobiologia

Questa scoperta apre nuove strade per lo studio dell’origine dell’acqua e della vita nei sistemi extrasolari. Gli scienziati continueranno a osservare con attenzione dischi simili in cerca di altri segnali di acqua ghiacciata, materia organica e possibili condizioni favorevoli alla vita.

Come conclude Xie:

“I materiali ghiacciati potrebbero essere consegnati a pianeti terrestri, dove nel tempo potrebbero emergere le condizioni per la vita.”

Un passo più vicino a mondi come il nostro

Il ghiaccio scoperto attorno a HD 181327 non è solo una curiosità scientifica, ma una finestra sul passato del nostro sistema solare e su futuri mondi abitabili. Grazie a Webb, l’universo ci sta rivelando i suoi ingredienti primordiali, e tra questi, l’acqua – la stessa che potrebbe un giorno scorrere su pianeti ancora sconosciuti.

Foto di WikiImages da Pixabay

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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