Scienza

Alzheimer: l’effetto positivo dei sonniferi sul cervello

L’Alzheimer è una malattia complessa e in certi aspetti ancora misteriosa. Quello che è certo è che sono molte le variabili che possono influenzarne la comparsa e il decorso nelle persone. Tra queste c’è il sonno, un elemento fondamentale della nostra salute i cui problemi poi si possono manifestare sotto diverso forme. Secondo un nuovo studio, esiste un farmaco specifico pensato per dormire meglio siano in grado di ridurre il rischio legato a questa patologia neurodegenerativa.

Si tratta di un sonnifero, nello specifico il suvorexant ed è un trattamento comune per l’insonnia. I ricercatori dell’Università di St. Louis hanno notato come durante l’uso di quest’ultimo sia in grado di ridurre leggermente l’accumulo delle proteine amiloide-beta e tau nel cervello. Queste due sono quelle ritenute principalmente responsabili dietro il morbo di Alzheimer.

 

Un sonnifero per contrastare il morbo di Alzheimer

Come detto, il sonno è importante per la salute del nostro organismo. Di fatto mentre dormiamo il cervello subisce un processo di pulizia da scorie che si accumulano. Tra questi accumuli dannosi ci sono quelle delle proteine sopracitate legate al morbo di Alzheimer quindi viene facile collegare le due cose. La perdita del sonno è uno dei primi sintomi della malattia, un quadro quindi molto promettente per provare a trovare una nuova possibile soluzione farmacologica.

Le parole dei ricercatori: “Sebbene i sonniferi possano aiutare in questo senso, sarebbe prematuro per le persone preoccupate di sviluppare l’Alzheimer interpretarlo come un motivo per iniziare a prendere suvorexant ogni notte. Se si riuscisse a ridurre la fosforilazione tau, potenzialmente ci sarebbe meno formazione di grovigli e meno morte neuronale. Spero che prima o poi svilupperemo farmaci che sfruttino il legame tra sonno e Alzheimer per prevenire il declino cognitivo. Non siamo ancora del tutto arrivati”.

Giacomo Ampollini

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