La chiave della ricerca sul rapido indebolimento che, secondo alcuni ricercatori, subisce il campo magnetico terrestre, potrebbe essere un antico rituale africano. Grazie allo studio di resti dell’età del ferro in Africa, i ricercatori hanno potuto approfondire lo studio del magnetismo di questa zona.
La ricerca verte sullo studio dell‘Anomalia del Sud Atlantico. Una zona che si estende dal Cile allo Zimbabwe e che, secondo i ricercatori, ha un campo magnetico inferiore rispetto al campo medio generato dal dipolo magnetico. Questo rende queste zone più vulnerabili alle radiazioni cosmiche, causando anche problemi ai satelliti, quando nella loro orbita, transitano davanti a queste zone.
Nella valle del fiume Limpopo, viveva un gruppo di etnia Bantu, con un particolarissimo rituale sacro. Questa piccola popolazione era solita, nei periodi di siccità, bruciare fusti di grano e capanne di argilla, al fine di far tornare la pioggia.
Come spiega il geofisico John Tarduno: “Quando si brucia argilla a temperature molto elevate, effettivamente si provoca la stabilizzazione dei minerali magnetici. Quando questi si raffreddano rimangono orientate a seconda del campo magnetico terrestre”. Studiando i resti bruciati e ricchi di minerali magnetici della zona, (essendo costituite principalmente di fango ed argille ferrose), “abbiamo trovato prove che queste anomalie magnetiche si sono presentate anche in passato. Questo ci aiuta a contestualizzare gli attuali cambiamenti nel campo magnetico”, ha continuato Tarduno.
Secondo Tarduno, ci sono prove sempre “più forti del fatto che c’è qualcosa di insolito nel confine del mantello centrale in Africa, e questo potrebbe avere un impatto importante sul campo magnetico globale”.
L’indebolimento del campo magnetico terrestre, rende il nostro pianeta più sensibile ai venti solari e alle radiazioni cosmiche. Potrebbe portare anche all’inversione dei poli magnetici della Terra. Condizione che si è già verificata in passato.
I resti della combustione di argilla in Africa, mostrano che ci sono stati simili indebolimenti del nostro campo magnetico già nel passato.
Secondo la ricerca, pubblicata sul Geophysical Review Letters, ci troviamo ora nel bel mezzo di un “rapido decadimento, meglio espresso in quest’area con campo magnetico basso, nota come Anomalia del Sud Atlantico“.
Secondo quanto affermano i ricercatori: “Sappiamo poco della storia dell’ASA, e questo limita la nostra capacità di collocare i cambiamenti attuali in un contesto a lungo termine. In questo studio, presentiamo una nuova registrazione magnetica da siti dell’Africa meridionale. Questa conferma le nostre precedenti deduzioni, secondo le quali l’ASA è solo la manifestazione più recente di un fenomeno ricorrente nel nucleo al di sotto dell’Africa, conosciuto come espulsione del flusso, che sta avendo un profondo impatto sul campo geomagnetico”.
Dai dati emerge infatti una diminuzione del campo magnetico terrestre negli ultimi due secoli.
I ricercatori concentreranno i loro studi sulle anomalie magnetiche in questa regione, che secondo loro potrebbe rivelare molto sul magnetismo dell’intero pianeta.
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