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Scoperto il più antico sito abitato dall’uomo in Africa occidentale

Un recente studio ha portato alla luce il più antico sito archeologico abitato dall’uomo nell’Africa occidentale. Questa scoperta estende notevolmente il periodo di tempo della realizzazione di strumenti dell’età della pietra media in questa regione, portandolo sino a 150.000 anni fa.

I reperti ritrovati in questa zona infatti, mostrano una certa durabilità a lungo termine degli elementi fondamentali dei “kit” di strumenti dell’età della pietra media nell’Africa occidentale e suggeriscono che la continuità culturale duratura potrebbe essere dovuta a un adattamento comportamentale stabile a condizioni ambientali stabili e al potenziale isolamento da altre popolazioni in tutta l’Africa.

 

La storia dell’uomo in Africa

Le prove sull’evoluzione umana nell’Africa occidentale sono purtroppo scarse, ma recenti ricerche mostrano modelli unici di cambiamento culturale rispetto ad altre regioni del continente. Questa nuova ricerca, condotta su quello che è il più antico sito archeologico datato direttamente nell’Africa occidentale, mostra una continuità tecnologica che copre circa 140.000 anni e offre approfondimenti sulla stabilità ecologica della regione.

La nostra specie ha fatto la sua comparsa in Africa circa 300 mila anni fa e fino a circa 30-60 mila anni fa utilizzava tipicamente strumenti e tecniche di fabbricazione di utensili conosciuti come strumenti dell’età della pietra media, ma quando siano emerse e quanto siano antiche queste tecnologie non è ancora certo.

 

Bargny: il più antico sito abitato stabilmente dall’uomo in Africa occidentale

Una risposta a questo quesito potrebbe fornirla il nuovo studio, condotto da scienziati del Max Planck Institute of Geoantropology, dell’Université Cheikh Anta Diop de Dakar, dell’Università di Sheffield e dell’Università della Florida del sud, che estende sino a 150 mila anni fa, il periodo di tempo in cui gli strumenti dell’età della pietra media sono stati utilizzati nell’Africa occidentale, sulla base degli scavi dal sito vicino alla costa di Bargny 1.

Come racconta infatti il dott. Khady Niang, autore principale dello studio nell’antico sito di Bargny, “l’assemblaggio di strumenti di pietra risalenti a 150 mila anni fa mostra le caratteristiche classiche dell’età della pietra media, con l’uso di Levallois e metodi di riduzione discoidale e l’uso di piccoli strumenti a scaglie ritoccate piuttosto che strumenti più grandi. Il sito di Bargny 1 è strettamente paragonabile a quelli di un’età simile provenienti da tutto il continente, ed è il primo sito dell’Africa occidentale risalente al Pleistocene medio, prima dell’inizio di una sostanziale regionalizzazione tecnologica altrove in Africa”.

 

L’antico sito mostra la durabilità degli elementi fondamentali dei set di strumenti dell’età della pietra media

Lo studio condotto in questo antico sito evidenzia la durabilità a lungo termine degli elementi fondamentali dei set di strumenti dell’età della pietra media nell’Africa occidentale, senza prove della comparsa di sviluppi tecnologici specializzati osservati altrove.

Come aggiunge il dott. Jimbob Blinkhorn, “le popolazioni dell’età della pietra media si sono adattate a una vasta gamma di habitat e si sono impegnate con i cambiamenti climatici in tutta l’Africa. Ma in Africa occidentale, vediamo una notevole stabilità ambientale negli ultimi 150 mila anni”.

“Una spiegazione per la continuità culturale duratura che osserviamo è che si trattava di un adattamento comportamentale stabile a condizioni ambientali stabili, mentre il potenziale isolamento da altre popolazioni in tutta l’Africa potrebbe aver portato anche alla stabilità demografica. In definitiva, il nostro studio aiuta a illustrare l’utilità persistente delle tecnologie dell’età della pietra media per abitare i diversi habitat trovati in tutta l’Africa.”

Ph. Credit: Didier Descouens – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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