L’attività fisica è da sempre considerata un ottimo fattore per promuovere un ottimale stato di salute e prevenire l’insorgenza di patologie. Purtroppo, con l’avvento della tecnologia, l’attività fisica sin dalla prima adolescenza è molto diminuita nelle scuole e nelle famiglie.
I ragazzi preferiscono giocare alla PlayStation con gli amici invece di giocare a calcio per strada, come si faceva un tempo. Anche negli adulti, a causa di lavori sempre più statici, si diminuisce il movimento e la voglia di fare movimento, rischiando di portare, a lungo tempo, malattie cardiovascolari o problemi di obesità.
I benefici che induce l’attività fisica al nostro corpo sono numerosi, sia dal punto di vista fisico che mentale. Innanzitutto, previene e riduce l’osteoporosi nelle persone anziane ed il rischio di fratture. Inoltre diminuisce il rischio di avere patologie quali diabete tipo 2, l’ipertensione, la cardiopatia ischemica, l’obesità e di sviluppare malattie cardiache e tumori. Dal punto di vista mentale, riduce ansia, stress, depressione e previene comportamenti a rischio come l’uso di tabacco, alcol ecc.
Recentemente, la Massachusetts General Hospital ha scoperto come l’attività fisica più di ogni altra cosa aumenta la neurogenesi, ovvero la formazione di nuovi neuroni nell’ippocampo, e diminuisce quelli distrutti e infettati dalla malattia dell’Alzheimer. La teoria, è stata inizialmente provata sui topi affetti dalla malattia.
Il primo esperimento consisteva nell’iniettare nei topi un farmaco per aumentare il rigenerarsi dei neuroni. La prova fallì in quanto i nuovi neuroni generati non sopravvivevano nelle aree già infettate dall’Alzheimer. Nel secondo tentativo, invece, è stato aggiunto al farmaco il fattore neurotrofico cerebrale, ovvero una sostanza che veniva rilasciata dopo aver svolto attività fisica aerobica. I risultati sono sorprendenti, i nuovi neuroni hanno resistito all’infezione ed inoltre sono migliorate le condizioni cognitive degli animali.
Ovviamente, è impossibile dire se ciò vale anche per gli uomini, che possiedono un organismo molto più complesso, ma potrebbe essere il punto di partenza di nuovi studi e teorie per confermare, ancor di più, l’importanza dello svolgere, a qualsiasi età, attività fisica.
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