Foto di Pablo Merchán Montes su Unsplash
Ad Amburgo in Germania c’è una fabbrica particolare di mattoni dal colore rosso. Sono basati sul biochar, una polvere nera creata scaldando gusci di fave di cacao ad alte temperature in assenza di ossigeno. Questa sostanza innovativa ha il potenziale per combattere il cambiamento climatico bloccando i gas serra. Può anche essere utilizzato come fertilizzante o come ingrediente nella produzione di calcestruzzo ecologico. Sebbene questa industria sia ancora agli inizi, gli esperti ritengono che offra un approccio unico per rimuovere il carbonio dall’atmosfera.
Il processo di produzione del biochar prevede l’intrappolamento del carbonio contenuto nelle bucce di cacao, che altrimenti verrebbe rilasciato nell’atmosfera se smaltito in modo convenzionale. Ogni tonnellata di questa particolare polvere può immagazzinare l’equivalente di 2,5-3 tonnellate di CO2. Le popolazioni indigene delle Americhe usavano tradizionalmente il biochar come fertilizzante grazie alla sua capacità di migliorare l’assorbimento di acqua e nutrienti nel suolo.
Sebbene il biochar sia promettente, aumentare il suo utilizzo in scenari di massa implica molte difficoltà. Il processo di produzione, noto come pirolisi, deve essere condotto localmente con un trasporto minimo per garantire che il sistema immagazzini più carbonio di quanto ne produca. Il biochar è più efficace nei climi tropicali, da dove arriva il cacao di fatto, e la disponibilità di materie prime per la sua produzione varia. Inoltre, il costo, di circa € 1.000 per tonnellata, può essere proibitivo per gli agricoltori.
In Europa, i progetti di questo tipo stanno proliferando, con una produzione che dovrebbe quasi raddoppiare a 90.000 tonnellate nell’anno in corso rispetto al 2022. L’inclusione del biochar nel sistema europeo regolamentato dei certificati di carbonio ha ulteriormente rafforzato l’espansione del settore. Aziende come Circular Carbon, che gestisce la fabbrica ad Amburgo, stanno progettando di stabilire tre nuovi siti per aumentare la produzione nel prossimo futuro.
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