Scienza

Caffè e Parkinson: una molecola a protezione del corpo

Il morbo di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative più diffuse e conosciute. Rispetto a quello di Alzheimer si hanno più informazioni anche se non bastano per una cura valida. Detto questo, una nuova ricerca sembra aver trovato una sostanza in grado di migliorare il nostro organismo a tal punto da ridurre il rischio di contrarre la malattia. Si tratta di una minuscola particella che si ricava dalla produzione del caffè.

Una delle difese del nostro organismo per il cervello è la barriera emato-encefalica e questa particella sembrerebbe essere in grado di aiutarla andando ad assorbire sostanze tossiche in grado di innescare proprio la degenerazione delle cellule dei tessuti cerebrali. Una degenerazione in tal senso può portare proprio a sviluppare forme di demenza o di altre patologie come il Parkinson.

 

Il caffè per proteggersi dal Parkinson

Considerando che non esiste una cura, cercare di impedirne la comparsa è di fatto quindi l’obiettivo. Questa molecola presa in considerazione è l’acido caffeico, un antiossidante presente da altre parti come nel vino e nelle mele. Il suo punto di forza però sono le dimensioni ridotte che permettono di superare proprio la barriera fornendo una protezione più nel profondo.

Le parole dei ricercatori dell’Università del Texas: “È fondamentale affrontare questi disturbi prima che raggiungano la fase clinica. A quel punto, probabilmente sarà troppo tardi. Qualsiasi trattamento attuale in grado di affrontare i sintomi avanzati della malattia neurodegenerativa è semplicemente al di là delle possibilità della maggior parte delle persone. Il nostro obiettivo è trovare una soluzione che possa prevenire la maggior parte dei casi di queste condizioni in un colpo solo. costo gestibile per il maggior numero possibile di pazienti.”

Giacomo Ampollini

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