Quando i cannabinoidi attivano i percorsi di segnalazione nelle cellule tumorali, possono stimolare un meccanismo di “morte cellulare” chiamato apoptosi, scatenando un potente effetto anti-tumorale. Eppure, i cannabinoidi – che hanno mostrato una forte attività nei confronti del tessuto tumorale umano coltivato in modelli animali – sono stati sottoposti a prove minime nei pazienti.
Il loro potenziale utilizzo come farmaci antitumorali e/o per aumentare l’efficacia delle terapie cancerogene convenzionali è stato esaminato in un articolo pubblicato su The Journal of Alternative Medicine (JACM). Gli scienziati hanno presentato i risultati di un esame dettagliato della letteratura medica e scientifica incentrata sugli effetti dei cannabinoidi sulla proliferazione e sulla morte delle cellule tumorali.
I ricercatori hanno esaminato i meccanismi dell’attività antitumorale dei cannabinoidi, discutendo le somiglianze e le differenze tra i cannabinoidi esogeni (derivati dalle piante) e i cannabinoidi endogeni. Gli studi clinici condotti finora sono stati mirati a valutare gli effetti antitumorali di questi composti e considerano la possibile proprietà adiuvante dei cannabinoidi nel trattamento del cancro.
“Anche se la cannabis medica è ben sostenuta in letteratura per la riduzione dei sintomi del trattamento del cancro o della malattia stessa, ci sono molte affermazioni secondo le quali la cannabis possa trattare il cancro stesso“, dice Leslie Mendoza Temple, dell’Università di Chicago Pritzker School of Medicine. “Finora, questo si basa su una manciata di brevi studi umani, di aneddoti o di ricerca di laboratorio. Questo articolo riassume bene alcuni dei lavori svolti in laboratorio per una comprensione dei potenziali meccanismi anticancerici della cannabis, indicando la poca sperimentazione umana“.
L’uso della cannabis è fondamentale per poter studiare i suoi effetti sull’uomo e determinare gli effetti diretti o indiretti della stessa sulle cellule tumorali.
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