Ormai è stato visto con diversi studi come l’uso delle cannabis a livello medico può presentare diversi benefici. Ci sono di fatto sintomi che vengono mitigati dal principio attivo di tale pianta. Detto questo, ci sono anche casi in cui è sconsigliato usare tale sostanza in quando l’effetto potrebbe risultare opposto. Nello specifico, uno studio ha preso in esame gli effetti sul dolore dopo un’operazione.
Cannabis: cosa succede se la si prende dopo un’operazione
Le parole di Elyad Ekrami, autore e ricercatore presso l’Istituto di anestesiologia della Cleveland Clinic: “La cannabis è la droga più comunemente usata negli Stati Uniti e sempre più utilizzata come trattamento alternativo per il dolore cronico, ma ci sono dati limitati che mostrano come influisce sugli esiti dei pazienti dopo l’intervento chirurgico. Il nostro studio mostra che gli adulti che fanno uso di cannabis hanno più, non meno, dolore postoperatorio. Di conseguenza, hanno un consumo di oppioidi maggiore dopo l’intervento chirurgico”.
Questo studio si basa sulla raccolta dati di 34,521 pazienti tra i quali c’erano 1.681 consumatori abituali di cannabis. Tutti questi hanno subito un intervento presso la Cleveland Clinic negli ultimi dieci anni. Secondo le scale di dolore, chi ha fatto uso della sostanza in questione presentavano il 14% del dolore in più nelle prime 24 ore dopo l’intervento stesso. Questo ha anche portato a un consumo di oppioidi maggiore del 7%.
Si tratta di uno studio molto delicato in quanto va a interessare sostanze particolari e controverse, la cannabis in sé e gli oppioidi. In sostanza, prima di trarre conclusi affrettate sarebbe meglio avere più dati a disposizione.