Scienza

Cassini e Saturno: un mare di informazioni prima della distruzione

Il 15 Settembre 2017 la sonda Cassini ha terminato la sua missione su Saturno. Durante il Gran Finale, l’ultima serie di orbite del pianeta, gli scienziati hanno pilotato la sonda attraverso gli anelli e nell’atmosfera di Saturno più volte. Quest’ultima fase ha fornito una grande quantità di dati, come dichiarò la NASA: “Quasi tutto quello che sta accadendo in quella regione si è rivelato una sorpresa”.

Questa era l’importanza di andare lì, per esplorare un posto dove non eravamo mai stati prima. E la spedizione ha davvero pagato, i dati sono tremendamente entusiasmanti”. Ma anche dopo la distruzione di Cassini, l’enorme quantità di informazioni ricevute durante il Gran Finale continuano a permettere agli scienziati di conoscere e scoprire nuove informazioni su Saturno.

 

Tante scoperte

Tra queste si è potuto comprendere meglio il periodo di rotazione del pianeta, l’età dei suoi anelli e osservare le tempeste di sabbia sulla sua luna Titano. Il periodo di rivoluzione: Per quanto riguarda il periodo di rivoluzione gli scienziati sono sempre stati dubbiosi, in quanto la superficie di Saturno non è solida e la sua atmosfera gassosa rende difficile tracciare la rotazione del pianeta, inoltre il suo insolito campo magnetico maschera la velocità di rotazione. La risposta alla domanda però non si trovava nel pianeta ma nei suoi anelli: la loro struttura ghiacciata e rocciosa ha permesso agli scienziati di individuare delle onde.

Christopher Mankovich, uno studente laureato in astronomia e astrofisica presso l’Università della California ha ipotizzato che queste onde siano il risultato delle vibrazioni di Saturno, come se gli anelli fungessero da sismografo: “Le particelle su tutti gli anelli non possono fare a meno di sentire queste oscillazioni nel campo gravitazionale. In specifiche posizioni degli anelli, queste oscillazioni catturano le particelle dell’anello proprio nel momento giusto nelle loro orbite per accumulare gradualmente energia e quell’energia viene trascinata via come un’onda osservabile”.

Il monitoraggio delle onde ha permesso di tracciare i movimenti e calcolare il tasso di rotazione di Saturno: 10 ore, 33 minuti e 38 secondi. L’età degli anelli: L’elemento fondamentale per poter determinare l’età dell’elemento che rende Saturno il pianeta più riconoscibile del Sistema Solare è stata la massa del pianeta. Quando Cassini ha percorso la distanza tra i due, ha permesso agli scienziati di calcolare la quantità di forza gravitazionale e di conseguenza la massa di Saturno e dei suoi anelli.

Gli anelli, dall’aspetto luminoso e pulito, hanno una massa bassa, che ha permesso di stimare un età giovare tra 10 e 100 milioni di anni. Al contrario, una struttura vecchia apparirebbe buia e contaminata dai detriti. Le tempeste su titano: La luna di Saturno ha dei modelli metereologici simili a quelli della Terra e di Marte, che variano a seconda della stagione. Su Titano in particolare, dal clima mutevole, si è verificata nel 2009 una potente tempesta di metano vicino all’equatore lunare durante l’equinozio settentrionale.

 

Un evento particolare

Durante l’evento, Sebastien Rodriguez, un astronomo all’Université Paris Diderot, in Francia, e il suo team notarono insoliti punti luminosi equatoriali, grazie ai dati infrarossi forniti dalla sonda. Successivamente hanno rivelato che le tempeste di metano, in realtà erano tempeste di polvere. Rodriguez ha affermato: “Da quanto sappiamo sulla formazione delle nuvole su Titano, possiamo dire che tali nubi di metano in questa zona e in questo periodo dell’anno non sono fisicamente possibili”.

Lo studio sui dati forniti da Cassini ha rivelato che le caratteristiche individuate al tempo erano probabilmente dovute ad uno strato molto sottile di minuscole particelle organiche solide. L’unica spiegazione era che in realtà fossero delle nuvole di polvere sollevate dalle dune. Rodriguez ha osservato: “La Le velocità del vento vicino alla superficie necessaria per sollevare una tale quantità di polvere come vediamo in queste tempeste di sabbia dovrebbero essere molto forti, circa cinque volte più forti della velocità media del vento stimata dalle misurazioni Huygens vicino alla superficie.”

La presenza di forti venti e la conferma delle tempeste di sabbia sulla superficie di Titano indicano che le dune della luna sono ancora attive e in continua evoluzione. La NASA è rimasta impressionata dall’enorme quantità di dati che Cassini ha potuto fornire e dalle recenti scoperte ottenute grazie ad essi: “Rimangono ancora molti mister mentre mettiamo insieme i pezzi del puzzle. I risultati delle orbite finali di Cassini si sono rivelati più interessanti di quanto avremmo potuto immaginare”.

Giacomo Ampollini

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