Le cozze, come molti altri frutti di mare, o li si ama o li si odia per via del loro gusto e consistenza particolari. Detto questo però tutti sulla Terra dovrebbero amare tali molluschi per il loro ruolo nel ripulire le acque. Questi animali sono di per sé degli spazzini e nel futuro potrebbero venir usati proprio per la capacità di essere dei filtri. Per molto tempo sono state usate come dei bioindicatori per la salute dei mari e in certi casi li sfruttano ancora per tali scopi.
Per esempio, l’ente francese Tara Ocean Foundation usa le cozze per scoprire la qualità delle acque di alcuni fiumi europei come il Tamigi e la Senna. Vengono inserite le cozze all’interno delle trappole per i pesci e dopo un mese di immersione vengono analizzati i dati. L’idea di uno dei ricercatori dietro a tale progetto, la biologa marina Leila Meistertzheim, sta proponendo un uso massiccio di cozze per ripulire i mari da pesticidi e microplastiche.
Le cozze e la pulizia dei mari
Un esempio di questo utilizzo per la pulizia dei mari arriva dalla California dove le cozze vengono usate per la rimozione di materiale fecale così da contenere le E. coli; sostanzialmente si cerca di preservare la salute pubblica. La necessità di ripulire i mari dalle microplastiche è presente considerando che un recente rapporto del WWF ha sottolineato come in media una persona ingerisce una media di cinque grammi di tale sostanza a settimana ovvero quasi quanto una carta di credito.