L’invecchiamento porta numerosi problemi fisiologici dell’organismo, tra cui osteoporosi e difficoltà motorie, problemi di ragionamento e memoria, spesso dovuti al morbo di Alzheimer, perdita di potenza di alcuni sensi, tra cui spicca la vista.
Il senso della vista, però, non è l’unico dei 5 sensi che con l’invecchiamento tende a diminuire, ma anche quello dell’udito, con spesso l’obbligo di acquistare prodotti tecnologici specifici, e quello dell’olfatto.
In tarda età, possiamo accorgerci che alcuni odori non li percepiamo più come da giovani. Il motivo è abbastanza banale e noto, ovvero, la neurogenesi, la produzione di nuovi neuroni, che tende a diminuire notevolmente con la vecchiaia. Bisogna sottolineare, però, che i neuroni olfattivi fanno eccezione, in quanto, producendosi da cellule staminali, continuano a rinnovarsi per tutto di vita.
Allora perché l’olfatto tende a diminuire se i nuovi neuroni olfattivi ci sono?
Gli scienziati dell’Helmholtz Zentrum di Monaco e dell’University Medical Centre Mainz, in Germania, hanno fatto uno studio sulle cellule staminali dei topi, confrontandole poi tra quelle di topi giovani e quelle dei più vecchi. Il sistema artificiale utilizzato per la risoluzione del grande numero di dati ha fornito la risposta alla domanda. Nonostante la neurogenesi non colpisca direttamente le cellule olfattive, quest’ultime tendono a diminuire la capacità di rinnovarsi in quanto vengono a mancare quelle cellule “di amplificazione e di transito”, fondamentali poi per i processi di quelle staminali. Nei topi anziani, infatti, sono state riscontrate molte meno cellule staminali rispetto agli animali giovani.
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