Il raffreddore è una malattia influenzale molto comune, che colpisce milioni e milioni di persone ogni anno in tutto il mondo. L’influenza in se è molto contagiosa, basta parlare a 30/40 cm di distanza per infettare altre persone, o anche a 1 mt di distanza starnutendo. La massima morbosità, come pensabile, è in Inverno.
Il raffreddore, oltre ad uno stato generale di stanchezza fisica e mentale, comporta anche alcune reazioni minori come quella di non poter sentire il sapore dei cibi che mangiamo. Vediamo perché.
Perché con il raffreddore non possiamo sentire il gusto dei cibi
Per ricevere il sapore di ciò che si mangia, le sostanze chimiche presenti negli alimenti devono entrare in contatto con i recettori del gusto, sparsi sulla lingua in grande numero, circa 9 milioni.
La lingua, inoltre, ha 4 aree specializzate per riconoscere gusti diversi: la parte anteriore e quelle laterali riconoscono il salato, quella posteriore l’amaro e l’acido, la punta, il dolce.
Quando siamo raffreddati, si produce molta più saliva densa del normale. Questa rende difficile il passaggio delle informazioni chimiche provenienti dai cibi. I recettori, infatti, trasformano le informazioni ricevute in segnali elettrochimici che, arrivati al cervello, vengono decodificati. Un esempio è un alimento piccante, che stimola i recettori dolorifici, che mandano il segnale elettrico al cervello e quest’ultimo, dopo averlo decodificato, ci permette di avvertire la sensazione pungente tipica del piccante.
Lo stesso vale anche per il senso dell’olfatto. Si produce molto più muco del normale che ostacola le vie respiratorie superiori e si fa molta difficoltà a sentire odori esterni. Dopo 4/5 dal picco dell’influenza, tutto torna alla normalità.