In un’analisi delle immagini del volto delle persone, i ricercatori della Ohio State University, hanno scoperto che il volto umano può creare, attraverso l’utilizzo dei muscoli facciali, circa 16.384 espressioni diverse. Di tutte queste espressioni 35 sono quelle universalmente usate allo stesso modo, per esprimere le stesse emozioni in tutto il mondo. Di queste 35, circa la meta sono utilizzate per esprimere sentimenti di felicità.
Per il disgusto vi è invece una sola espressione, tre per la paura e quattro per la rabbia. Cinque invece sono le espressioni usate per esprimere tristezza e rabbia. Lo studio è pubblicato sulla rivista IEEE Transactions on Affective Computing.
Le indagini avvenute tramite la ricerca online di immagini
Ma come sono state ottenuti questi numeri? I ricercatori della Ohio State University, hanno redatto un elenco di 821 parole che delineano dei sentimenti e delle emozioni. Questo elenco è stato poi tradotto in molte lingue, tra cui anche il farsi, il russo ed il cinese mandarino. Le parole sono state poi digitate, in tutte le lingue, nei diversi motori di ricerca per cercare immagini che vi fossero associate. I ricercatori hanno raccolto in questo modo circa 7.2 milioni di immagini di volti, con diverse espressioni facciali.
Le hanno poi analizzate tramite degli algoritmi informatici che hanno decretato che il volto umano è capace di configurare 16.384 espressioni uniche, combinando i muscoli facciali in modi diversi. Di tutte queste espressioni, i ricercatori hanno stabilito che soltanto 35 erano associabili a tutte le diverse culture, di cui ben 17 per la felicità.
Il fatto che esistano ben 17 modi diversi di esprimere felicità con il volto, può essere correlato con le diverse percezioni che gli esseri umani hanno della felicità. Questa può infatti essere associata a sentimenti di allegria, gioia e contentezza. Secondo il prof. Aleix Martinez infatti, “la felicità agisce come un collante sociale e richiede la complessità delle diverse espressioni facciali; il disgusto invece è solo questo: disgusto”. Al disgusto si associa infatti una sola espressione culturalmente sovrapponibile.
Questo studio rappresenta un proseguimento del precedente studio dello scienziato cognitivo Martinez, in cui egli aveva dimostrato che le persone sono in grado di identificare in modo corretto le emozioni, nel 75% dei casi, basandosi soltanto su piccolissimi cambiamenti delle espressioni facciali, come ad esempio nel naso, nelle sopracciglia, nelle guance o nel mento.