Scienza

Gli scienziati scoprono la causa della morte di Caravaggio quattrocento anni dopo

Più di quattrocento anni dopo la morte del pittore italiano, gli scienziati sono stati in grado di svelare il mistero della morte di Caravaggio. Michelangelo Merisi da Caravaggio morì a causa di un’infezione batterica.

Grazie alla collaborazione con gli antropologi italiani e il microbiologo Giuseppe Cornaglia, i team dell’Università dell’Ospedale Mediterraneo di Marsiglia (IHU) sono stati in grado di estrarre i denti Caravaggio scheletro. I ricercatori hanno estratto la polpa dentale, ricca di vasi sanguigni. Con la combinazione di tre metodi di rilevamento del DNA, ‘il killer’ è stato identificato: uno Staphylococcus aureus“, si spiega in una dichiarazione presso l’Istituto Universitario.

 

Batterio contratto a duello

Gli scienziati ritengono che il batterio sarebbe stato contratto quando il pittore è stato ferito durante un duello. Caravaggio avrà iniziato a mostrare sintomi di febbre tra i 15 giorni e un mese dopo aver subito l’infortunio.

Caravaggio fu uno dei pittori che rivoluzionò la pittura del diciassettesimo secolo, distinguendosi per il realismo dei suoi dipinti. Ha vissuto gli ultimi quattro anni della sua vita in esilio, essendo fuggito da Roma – dove è stato accusato di aver ucciso un pubblico ministero per una lite di gioco d’azzardo. Morì nel 1610 all’età di 38 anni.

Le sue spoglie sono state ritrovate nel 2010 negli scavi di un cimitero di Porto Ercole, in Toscana. Attraverso il test del DNA e la datazione al carbonio, gli scienziati hanno concluso, con un’affidabilità dell’85%, che si trattasse proprio di Caravaggio.

Attraverso l’analisi delle ossa è stata trovata anche un’alta concentrazione di piombo. “L’avvelenamento da piombo non uccide da solo – riteniamo che avesse ferite infette e sofferto a causa dei colpi. Ma questa è solo una delle cause“.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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