Una ricerca che sarà presentata al Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive ad Amsterda afferma che i bambini nati tramite parto cesareo presentano una flora intestinale meno sviluppata rispetto alla norma con una prevalenza di batteri dannosi, cosa che li rende inclini ad una maggiore possibilità di sviluppare malattie respiratorie.
Lo studio nel dettaglio
La ricerca ha messo a confronto i profili microbiologici di 46 bambini nati con parto cesareo e 74 bambini nati tramite parto naturale, analizzando 10 campioni fecali prelevati in dieci diversi punti dell’anno.
Il risultato parla chiaro, i bambini nati da cesareo hanno una flora meno sviluppata e con prevalenza di batteri potenzialmente pericolosi, ma non solo, infatti questi bambini dimostrano anche una maggiore lentezza nello sviluppo della normale flora intestinale, un dettaglio di non poco conto dal momento che questa contribuisce in misura importante alla digestione dei nutrienti come il latte, alimento principale della dieta in tenera età.
Il parere dei ricercatori
Il professor Debby Bogaert dell’Università di Edimburgo afferma che questa scoperta potrebbe avere molteplici riscontri, innanzitutto spiega il perchè questi bambini tendano ad essere più soggetti a sviluppare infezioni respiratorie nel primo anno di vita, ma ci suggerisce anche una possibile correlazione con lo sviluppo di obesità in tenera età, infatti il team raccogliendo campioni da 212 bambini ha riscontrato un importante legame tra obesità e composizione del microbiota intestinale.
Cosa influenza questo delicato equilibro
Secondo il parere degli esperti a influenzare lo sviluppo della flora è innanzitutto la somministrazione alla madre in gravidanza di antibiotici, i quali possono andare a perturbare i microbi del suo organismo che conseguentemente non saranno trasmessi in modo naturale al figlio, cosa che appunto non può avvenire in caso di parto cesareo poiché alla madre si somministra un cocktail di antibiotici preventivo per evitare infezioni ospedaliere post chirurgiche, ma non solo, anche l’ambiente intorno al nascituro può influire, perché oltre tramite contatto inter umano la più grande riserva batteriologica è proprio il mondo che ci circonda.
Gli effetti a breve e lungo termine
Il Prof. Tim Spector, professore di epidemiologia genetica al King’s College di Londra afferma la grande importanza della buona formazione di una flora variegata e in salute, poichè essa contribuisce sia allo sviluppo di un sistema immunitario efficace e competente, ma è anche utile dal punto di vista digestivo e contro i batteri patogeni, poiché la flora composta dai batteri buoni compete con i patogeni per le sostanze nutritive impedendone l’eccessivo sviluppo e quindi inibendone la potenziale virulenza.