La malaria è una delle malattie infettive più diffuse al mondo, soprattutto nelle zone tropicali e con un basso livello igienico-sociale. Come già sappiamo, per diffondersi la malattia utilizza una specifica azione di un vettore, ovvero la zanzara anofala. Quando si vuole analizzare un gruppo molto vasto di persone per scoprire se qualcuno è infetto, risulta molto difficile prelevare ed analizzare il sangue di ognuno. Ecco perché la scienza sta cercando di trovare altri metodi per lo screening in fase pre-clinica, e sembra aver trovato la soluzione grazie all’olfatto dei cani. Vediamo come.
L’olfatto dei cani, si sa, è molto fine e potente, tanto che viene utilizzato spesso anche in operazioni di ricerca persone in crolli e quant’altro. Il National Malaria Control Programme in Gambia ha scoperto che l’olfatto dei cani può rilevare la presenza del plasmodio della malaria semplicemente annusando un indumento del portatore, in questo caso utilizzati erano i calzini. In un test, sono stati fatti infilare i calzini a 30 persone infetti e a 145 sane. I calzini,poi congelati per preservare l’odore, sono stati inviati in un laboratorio in Regno Unito con dei cani specializzati. Gli animali a 4 zappe hanno indovinato correttamente il 70% delle calze infette, e 90% quelle dei bambini sani. Questo perché la malaria altera l’odore della persona infetta, colpendo anche gli indumenti, per far sì che le zanzare anofale vengano attratte per prelevare sangue e ricominciare il giro d’infezione.
Ovviamente, dovranno essere fatti altri test per confermare il tutto, e decidere come applicarlo, però l’utilizzo dell’olfatto canino potrà essere un ottima soluzione per effettuare screening di massa della malaria in fase pre-clinica in gruppi molto ampi con tempi molto più ridotti.
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