Un team di scienziati francesi e canadesi presume che la coscienza umana sia il risultato di un processo collaterale di crescita dell’entropia nel cervello. E lo spiegano nel relativo studio, pubblicato sul sito web della Cornell University (USA), ente presso la quale si è svolta la loro ricerca.
L’entropia è una misura del disordine di un sistema ed è uguale alla quantità di informazioni che un sistema può contenere. Nel cervello umano, l’entropia è definita dal numero di configurazioni generate dalla rete neurale biologica. La quantità di queste configurazioni cresce al valore massimo quando l’uomo è sano e rimane sveglio.
Gli specialisti della Cornell University hanno raccolto i dati sull’attività cerebrale di nove pazienti, sette dei quali con epilessia e hanno modellato la rispettiva rete neurale biologica. A seguire, hanno anche confrontato due tipi di dati risultanti: l’attività cerebrale durante il sonno e quella di quando i pazienti rimangono svegli; oltre all’attività cerebrale in uno stato normale e con crisi epilettiche.
La coscienza e come agisce
Gli autori dello studio sostengono che, quando i pazienti erano svegli, il loro cervello era caratterizzato da un elevato livello di entropia, generando le reti neurali biologiche come molte configurazioni di collegamento possibili. Secondo gli scienziati, questo fatto mostra come la coscienza sia il prodotto di un sistema che cerca di massimizzare il volume di informazioni che contiene.
Questo studio è il prodotto di tanti altri sforzi eseguiti nel corso degli anni per capire alcuni meccanismi all’interno del nostro cervello. Un’area, per la scienza, ancora molto ricca di mistero.