Per anni, gli esperti di salute hanno affermato che per ridurre il rischio di attacchi di cuore e cancro, è saggio ridurre l’assunzione di carne rossa e soprattutto di quella lavorata, come ad esempio la pancetta. Questa settimana però, questa diffusa credenza potrebbe essere stata ribaltata. Cinque ricerche, pubblicate sulla rivista Annals of Internal Medicine, hanno scoperto che gli effetti dannosi del consumo regolare di carne rossa sono trascurabili.
La carne rossa è davvero così dannosa per la nostra salute? Tutt’oggi, i risultati delle ricerche non riescono ad essere univoci
Mentre questi nuovi risultati potrebbero sembrare inusuali e fuori dal coro, in realtà non sarebbe comunque un male per la nostra dieta ridurre il consumo di carne. A pensarci, in effetti, è così che la scienza dovrebbe funzionare. La verità nascosta dietro le notizie sulla carne è che una più consapevole posizione sulla nutrizione è stata maturata con l’avanzare del progresso scientifico. E non è solo la scienza della nutrizione a sperimentare questo tipo di presa di coscienza.
Una crescente schiera di detrattori ha sottolineato che il fondamento delle scienze nutrizionali è spesso irrimediabilmente limitato dalla loro incapacità di darci risposte chiare e definitive su quali alimenti sono indicati per garantirci buone condizioni di salute. Ad esempio, spesso i ricercatori iniziano con un “endpoint” (ad esempio, valutando persone che hanno già il cancro). Poi, guardando “a fortiori” nel tempo e cercano di determinare se eventuali schemi di esposizione (in questo caso, mangiare carne) differiscono tra i pazienti malati di cancro rispetto a quelli che non ne sono affetti.
Regna ancora molta disinformazione, essendo il campo delle scienze nutrizionali ancora poco esplorato
Solo quattro anni fa, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno annunciato che le persone dovrebbero ridurre il consumo di carni lavorate se intendono evitare di incorrere in alcuni tipi di cancro. L’American Heart Association, intanto, ha promosso e incentivato una dieta ricca di frutta e verdure. Quindi, ciò che sembra emergere da una situazione così confusa è che i risultati di questa serie di ricerche non sono perfetti.
Si può sicuramente sostenere che le scienze nutrizionali siano un campo ancora poco esplorato e quindi in un certo senso “imperfette”; proprio per questo motivo, forse, non sarebbe il caso di diffondere e, se vogliamo, imporre delle linee guida così specifiche. Le persone hanno bisogno di una guida su cosa mangiare, e gli studi sulla carne mostrano quanti siano i limiti e le lacune nelle conoscenze attuali in materia, mentre si conducono studi e ricerche sempre più specifiche per consolidare e giustificare in maniera sempre più convinta queste linee guida.