L’obesità, purtroppo, è un problema molto diffuso nel mondo, a causa di una scorretta alimentazione e all’assenza di attività fisica. In America, oltre l’80% della popolazione non pratica con costanza attività fisica, infatti lì si registrano i maggior numeri di obesità. Essa è seconda solo al fumo come fattori di rischio per malattie anche importanti, come il diabete e anche problemi cardiovascolari, come i tumori. E proprio della relazione tra tumori e obesità si è scoperto, in uno studio scientifico, un paradosso molto interessante.
I ricercatori dell’università della California Davis hanno effettuato una ricerca dove è stato dimostrato che l’obesità aumenta l’efficacia di alcune moderne terapie per combattere i tumori. Essere obesi, aumenta la diffusione di cellule cancerose e promuove le recidive e, indebolendo il sistema immunitario, contro alcuni trattamenti per uccidere le cellule tumorali, provoca gravi effetti collaterali. Tutto ciò non accade però per un recente trattamento immunologico, che si basa sugli inibitori dei checkpoint immunologici. Questi sono delle particolari molecole che avvisano e fermano l’attività immunologica quando i patogeni sono stati distrutti e non serve più la reazione, evitando azioni non più necessarie che possono essere solo controproducenti. Perciò, vengono chiamati come dei freni proteici. Le cellule cancerose, però, si avvantaggiano di questo freno per proliferare indisturbate. La ricerca, successivamente, fatta sui topi, ha dimostrato che negli animali in sovrappeso i tumori si sviluppano più velocemente, visto che ci sono quantità più elevate delle proteine freno, ma allo stesso tempo quest’ultime rilasciano la leptina, un ormone, che rende più responsivi agli inibitori di queste molecole somministrate con un trattamento esterno. Così facendo, entrano più linfociti T(che attaccano le cellule tumorali) in azione che, nutriti dalle grandi quantità di glucosio presenti nell’organismo delle persone obese, lavorano più efficacemente che nelle persone normopeso.
Ovviamente, bisognerà continuare a fare test per analizzare questa vicenda al meglio, ma le basi per provare a utilizzare la leptina in alcuni trattamenti immunologici ci sono.
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