È stato testato NEWgenerator, un generatore portatile in grado di produrre energia e purificare l’acqua dai rifiuti umani. La sua tecnologia potrebbe contribuire notevolmente a ridurre la diffusione di malattie infettive in regioni sprovviste di sistemi di fognatura e ad intervenire a livello igienico dopo i disastri.
Se è vero che spesso favelas brasiliane, aree sperdute in Sudafrica, baraccopoli indiane ed altre regioni sovrappopolate e povere del mondo in via di sviluppo possono usufruire di elettricità, reti telefoniche ed acqua corrente, è anche vero che sono poche le zone di questo tipo che godono dei vantaggi igienici delle fogne. Questo perché le linee elettriche attive, le antenne di telefonia mobile erette e lo scavo di pozzi hanno compiti relativamente semplici rispetto alle tubazioni sotterranee collegate a costosi impianti di trattamento delle acque reflue. E’ necessaria una massiccia infrastruttura collegata alla toilette di tutti ma realizzarla costa.
Daniel Yeh, ingegnere ambientale presso l’Università del Sud della Florida, insieme ad altri ricercatori della scuola di Tampa annuncia di aver sviluppato un sostituto per i canali all’aria aperta in cui scorrono i rifiuti umani e che favoriscono pericolosamente la diffusione del colera e di altre malattie.
Grazie al finanziamento di 1,24 milioni di dollari da parte della Bill & Melinda Gates Foundation, Daniel Yeh ed i suoi colleghi hanno creato una sorta di impianto in miniatura per il trattamento dell’acqua denominato NEWgenerator in grado di riciclare i rifiuti umani dispersi in acqua trasformandoli in elementi che producano energia (biogas).
Se supportato da pannelli solari, questo dispositivo – delle dimensioni di un congelatore più o meno – potrebbe fornire sistemi portatili, economici e sostenibili da utilizzare nelle aree urbane e rurali che, tuttora, mancano. Yeh definisce NEWgenerator un “bioreattore a membrana anaerobica“.
Gli impianti di trattamento delle acque reflue convenzionali usano batteri che richiedono una gran quantità di ossigeno per la pulizia delle acque reflue. Si tratta di un processo costoso e ad alta intensità energetica che genera emissioni di anidride carbonica nell’acqua pulita.
Il NEWgenerator utilizza un filtro eccellente per purificare le acque di scarico e gli organismi che non necessitano di ossigeno. Pulisce l’acqua e, allo stesso tempo, è capace di produrre metano come sottoprodotto. Successivamente, l’apparecchio converte il metano in biogas, un combustibile molto simile al gas naturale.
Secondo quanto afferma Yeh, questo dispositivo non rappresenta una svolta scientifica ma è, senza dubbio, un bel passo in avanti nel campo dell’ingegneria.
“Tutto ciò che abbiamo messo insieme ed utilizzato per la costruzione lo abbiamo acquistato online o altrove ma nessuno ha mai pensato di realizzare un dispositivo del genere” ha aggiunto.
Lo scorso anno, Yeh ed il suo team hanno testato un nuovo generatore in India, Paese che ha lanciato una campagna per bandire la defecazione all’aria aperta. Collegato ai bagni, l’apparecchio ha servito circa 100 persone producendo quasi 400 galloni (circa 1.514 litri) di acqua al giorno. Con i finanziamenti ricevuti da Gates, Yeh ed il suo gruppo hanno pensato di estendere questa tecnologia per ospitare e servire 1.000 persone al giorno riciclando, al contempo, oltre 2.600 galloni (9.842 litri) al giorno programmando un secondo test da effettuare a Durban, in Sud Africa.
Il NEWgenerator sudafricano sarà collegato ad una zona di abluzione comune o ad un container completo di servizi igienici, docce e lavandini. Il dispositivo fornirà questi servizi con acqua ed energia senza essere collegato ad un sistema fognario.
Yeh prevede altri utilizzi per NEWgenerator: potrebbe essere impiegato in periodi di emergenza, a seguito di disastri naturali durante cui si escludono le utilità pubbliche come i recenti uragani a Puerto Rico, Texas, Florida. Anche i militari potrebbero utilizzare questo dispositivo in luoghi lontani.
L’obiettivo principale di Yeh resta trovare una soluzione immediata per contrastare la crisi sanitaria pubblica derivante dalle acque reflue non trattate. Ogni 15 secondi un bambino muore per aver bevuto acqua insana e per la mancanza di igiene sanitaria (statistiche UNICEF).
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“Lavorare per combattere questa triste realtà è una responsabilità professionale – ha concluso Yeh – Se abbiamo a disposizione qualcosa che possa contribuire a risolvere un problema di questa portata e non lo facciamo, è immorale”.
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