Per la prima volta, gli scienziati hanno osservato la fusione di due stelle di neutroni, uno dei fenomeni più “violenti” dell’universo, fornendo risposte a vari misteri, come l’origine dell’oro sulla Terra. Le due stelle sono state rilevate il 17 agosto, quando lo statunitense osservatorio LIGO e lo European Virgo hanno rilevato inaspettate onde gravitazionali per 100 secondi.
“La cosa meravigliosa è che abbiamo osservato tutta la storia, dall’inizio alla fine: abbiamo visto le stelle di neutroni, il loro avvicinarsi velocemente l’una all’altra, abbiamo assistito alla collisione, la materia e le polveri schizzare in tutte le direzioni“, ha raccontato Benoit Mours del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica.
Due secondi dopo l’individuazione delle onde, un “flash” di luce sotto forma di raggi gamma è stato rilevato dal telescopio Fermi della NASA. Sono seguiti altri “messaggeri” dello spazio: raggi X, raggi ultravioletti, infrarossi e onde hertziane. “Siamo stati in grado di ‘ascoltare l’universo’“, ha detto entusiasmato Gregg Hallinan, del California Institute of Technology.
Le stelle di neutroni sono gli oggetti più densi del cosmo, poiché vanno da 1,1 a 1,6 volte la massa del Sole. Se si potesse riempire un cucchiaio con una stella di neutroni, peserebbe l’equivalente di 100.000 Tour Eiffel.
Questi piccoli corpi sono vestigia di stelle più grandi che, alla fine della loro vita, esplodono in forma violenta. Una volta terminata l’esplosione – fenomeno noto come supernova – restano oggetti estremamente densi: stelle di neutroni o, se la massa della stella era più grande, un buco nero.
Le due stelle osservate in agosto erano della dimensione di una città come Londra e giravano l’una sull’altra nella costellazione di Hydra, nell’emisfero meridionale, a distanza di 130 milioni di anni luce. Sono molto radioattive e i loro campi magnetici sono incredibilmente intensi e sarebbero fatali per quanti azzardassero un avvicinamento. “Senza dubbio, oggi rappresentano l’ambiente più ostile nell’universo“.
Anche se la fusione era stata predetta da alcuni modelli, mai prima d’ora era stato osservato un fenomeno simile. La scoperta è oggetto di più di una dozzina di studi pubblicati nelle prestigiose riviste scientifiche Nature e Science.
Inoltre, ha coinvolto almeno 1.200 scienziati e più di 70 osservatori localizzati sulla Terra. Le rilevazioni del 17 agosto e le osservazioni che hanno fatto seguito ci hanno permesso di conoscere qualcosa di più sulle stelle di neutroni. I ricercatori hanno stabilito un nuovo modo per misurare la velocità dell’espansione dell’universo e hanno confermato la teoria di Albert Einstein, secondo la quale la gravitazione si propaga alla velocità della luce.
Si è anche risolto l’enigma dell’origine degli elementi più pesanti come il piombo, l’oro o il platino, in quanto fusioni di questo tipo di stelle sono infatti fabbriche di elementi pesanti, a causa dell’abbondanza di neutroni.
Questo fenomeno, ossia il risultato di eventi galattici violenti, è stato rilevato direttamente per la prima volta nel settembre 2015, ma finora la sua osservazione è stata raggiunta esclusivamente nella fusione di buchi neri. Infatti, il premio Nobel per la Fisica di quest’anno è andato ai tre americani – Rainer Weiss, Barry Barish e Kip Thorne – che hanno dimostrato l’esistenza delle onde gravitazionali. Che conferma un’altra previsione di Einstein.
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