Nel cuore della Piramide di Cheope, una delle più antiche e monumentali che sovrastano la piana di Giza (Cairo), è stata scoperta una camera segreta della lunghezza di almeno 30 metri.
Ad annunciarlo alla rivista Nature è stato un gruppo di ricercatori (fisici ed ingegneri francesi, giapponesi ed egiziani) del progetto ScanPyramids, nato da una collaborazione tra la facoltà di ingegneria del Cairo e l’Istituto di ricerca francese HIP (Heritage, Innovation, Preservation).
ScanPyramids indaga da almeno un paio di anni i misteri all’interno di questa suggestiva piramide, la più antica delle Sette Meraviglie del mondo antico.
La scoperta è stata possibile grazie alluso di tecniche di rilevamento non invasive che si fondano sulla fisica delle particelle.
In particolare, una tecnica chiamata muografia (o tomografia muonica) consente di seguire il percorso di particelle subatomiche note in ambito scientifico come muoni.
Una pellicola di emulsione nucleare rileva le tracce di queste particelle cariche simili ad elettroni generate dall’interazione dei raggi cosmici che provengono dallo spazio (Sole, altre stelle e corpi celesti) con l’atmosfera terrestre.
I muoni hanno la curiosa capacità di muoversi seguendo traiettorie differenti a seconda che si tratti di spostarsi nell’aria o di oltrepassare le pietre: questa loro abilità di penetrare la materia ha permesso di scoprire la presenza della misteriosa stanza.
Attraversando la materia perdono energia, si scompongono in altri tipi di particelle (elettrone, antineutrino elettronico, neutrino muonico). Decadono più rapidamente quando incontrano una materia molto densa ed è per questo che i ricercatori hanno concluso che quella stanza segreta è vuota. Se si rilevano più muoni un edificio è pieno, se i muoni sono meno significa che lo spazio interno è vuoto.
Per la seconda volta, questa tecnica ha lasciato emergere un’anomalia: la prima risale al mese di marzo 2016, quando fu individuato un corridoio sconosciuto vicino alla parete nord della piramide di Cheope, mentre la seconda è datata ottobre 2016.
La tomografia muonica, in un successivo esame, è riuscita a stabilire che la stanza segreta ha una lunghezza di almeno 30 metri e che si trova al di sopra della Grande Galleria, il corridoio più imponente della piramide di Cheope (largo oltre un metro, lungo 50 metri, alto 8 metri) che collega la Camera del Re con quella della Regina.
Che forma ha questa stanza? È disposta in orizzontale o inclinata? Questo spazio vuoto finora sconosciuto comprende una o più strutture? E’ un corridoio o una stanza? Qual è la sua vera funzione?
Domande del genere restano ancora un mistero perché la tomografia muonica non consente di rispondere. È impossibile, al momento, capire se possa contenere eventuali artefatti.
Si ipotizza che questo ‘void’ (vuoto, in inglese) sia un tunnel oppure una cavità progettata dagli antichi architetti egizi per alleggerire il peso della piramide e, di conseguenza, scongiurare il crollo delle camere funerarie.
Nel corso dei secoli si sono susseguite diverse ipotesi e teorie per spiegare in che modo sia stata costruita la piramide di Cheope.
Rappresenta la monumentale opera di schiavi, di almeno 40.000 lavoratori volontari oppure c’è lo zampino degli alieni?
È inconcepibile, nella nostra società sempre più ipnotizzata dal digitale, pensare che una piramide di questa portata sia stata costruita realmente da esseri umani. Probabilmente, perché abbiamo perso la fiducia nelle reali potenzialità dell’uomo e risulta assurdo che una costruzione del genere sia stata eretta da uomini senza l’ausilio di ruote ed utensili di ferro.
Sottovalutiamo, oltretutto, le grandi abilità degli antichi egizi, un popolo politicamente molto unito, cosciente della brevità dell’esistenza terrena e mosso da un forte senso di spiritualità.
Nel risolvere il mistero delle piramidi, le nuove tecnologie tentano di spiegare come l’impossibile sia stato reso possibile dall’uomo e, allo stesso tempo, si impegnano per confermare che anche noi, nel nostro tempo, possiamo ancora rendere possibile l’impossibile.
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