Il grande sviluppo della tecnologia e la diffusione degli smartphone in tutte le fasce d’età, anche tra i più giovani, può provocare anche problemi psicofisici. Oltre alle possibili radiazioni che può emanare uno smartphone, anche il fenomeno di dipendenza da quest’ultimo è sempre più diffuso, sin dal periodo adolescenziale, come dimostrato da una recente ricerca sullo sleep texting.
Molti teenager tengono il proprio cellulare vicino al letto anche di notte, connettendosi magari per pochi minuti durante il sonno e inviando dei messaggi. Lo sleep texting è appunto il fenomeno di inviare messaggi mentre si prende sonno o si è ancora addormentati e non ricordarsi poi di averli inviati o di cosa aver scritto.
Ciò è stato rilevato in una ricerca condotta su 372 studenti della Villanova University. Un quarto degli studenti (25%) ha affermato di aver inviato un messaggio di notte, mentre la maggioranza (72%) non ricorda di averlo fatto. Questo fenomeno può essere spiegato abbastanza facilmente, infatti le persone che si svegliano dopo aver dormito per più di qualche minuto non sono in grado di ricordare i minuti prima di addormentarsi e quindi anche l’eventuale rapido invio di un messaggio.
Questo fenomeno non è positivo per la salute in generale, in quanto sinonimo di sonno interrotto e diminuisce la qualità di quest’ultimo. Ne consegue minori energie fisiche e mentali, bassa concentrazione, squilibrio emotivo, abbassamento del rendimento scolastico e universitario.
La ricerca vale anche per gli altri dispositivi tecnologici portatili quali tablet, laptop ecc. Gli studenti con quattro o più dispositivi tecnologici in camera dorme significativamente meno e peggio di uno studente con meno di tre dispositivi, secondo lo studio.
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