Albert Einstein oltre 100 anni fa formulò la sua teoria della relatività generale, secondo cui la gravità è la deformazione dello spazio e del tempo. Da quando Einstein concepì questa teoria, sono state innumerevoli le prove della veridicità della sua ipotesi, delle eclissi alle onde gravitazionali. Ed ora un’ulteriore prova della validità della teoria della relatività generale, arriva dalla ricerca eseguita in collaborazione con l’Event Horizon Telescope, la missione che ha portato alla prima, immagine di un buco nero, M87*.
Proprio quelle immagini che hanno dato, lo scorso anno, una svolta epocale nello studio del cosmo, sono state utilizzate per mettere nuovamente alla prova la teoria di Einstein. Come ha affermato Lia Medeiros, astrofisica presso l’Institute for Advanced Study e coautrice dello studio “questo è davvero solo l’inizio. Abbiamo ora dimostrato che è possibile utilizzare un’immagine di un buco nero per testare la teoria della gravità“.
Le immagini di M87* confermano ulteriormente la teoria della relatività generale di Einstein
Grazie a queste immagini infatti, il team di ricerca è stato in grado di osservare come l’enorme buco nero piega lo spaziotempo. Un buco nero non emette luce, ma è circondato da un disco caldo di gas in accrescimento attorno a quello che è conosciuto come orizzonte degli eventi, ovvero il punto di non ritorno. Questo gas caldo e luminoso crea l’ombra del buco nero che noi possiamo osservare. Quando i ricercatori hanno scattato la prima immagine di M87 *, la sua ombra era visibile su uno sfondo arancione brillante in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale.
Nonostante sia stato dimostrato più volte che la teoria della relatività generale, si allinei con le osservazioni del cosmo, non è ancora stata inclusa in una teoria più ampia sul funzionamento della gravità. Per questo i ricercatori continuano a cercare modi per dimostrare la sua fallibilità.
Ma sino ad ora Einstein ha sempre avuto la meglio. La sua teoria regge e, come dimostra il nuovo risultato, anche nelle condizioni più estreme ovvero proprio accanto ad un buco nero.
Immagini: ESO