Scienza

Resistenza agli antibiotici tra i delfini selvatici: una scoperta inaspettata e preoccupante

Uno studio condotto dal 2003 al 2015, e i cui risultati sono stati resi disponibili da poco, ha evidenziato un aspetto preoccupate. Ricercatori dell‘Istituto Oceanografico Atlantico Harbor Branch della Florida in collaborazione con altri enti hanno scoperto che la popolazione di delfini selvatici che abita la laguna del fiume indiano in Florida ha mostrato una forte resistenza agli antibiotici la quale è quasi raddoppiata dall’inizio dello studio. Più nello specifico è la resistenza alla ciprofloxacina la quale riflette le tendenze delle infezioni cliniche dell’uomo.

 

Resistenza agli antibiotici, umani e delfini

La dichiarazione di Adam M. Schaefer, uno degli scienziati dietro tale studio: “Nel 2009, abbiamo riportato un’alta prevalenza di resistenza agli antibiotici nei delfini selvatici, il che è stato inaspettato. Da allora, abbiamo seguito i cambiamenti nel tempo e abbiamo riscontrato un aumento significativo della resistenza agli antibiotici in questi animali. Questa tendenza rispecchia le segnalazioni provenienti dalle strutture di assistenza sanitaria umana. Sulla base dei nostri risultati, è probabile che questa resistenza abbia avuto origine da una fonte in cui vengono regolarmente usati antibiotici, potenzialmente entrando nell’ambiente marino attraverso attività umane o scarichi da fonti terrestri.”

Come questi animali selvatici hanno sviluppato una notevole resistenza agli antibiotici a causa delle attività umana, di conseguenza questo aspetto si ritorcerà proprio contro di noi. Batteri più resistenti, in questo caso colonie di E. coli, potrebbe per entrare in contatto con le popolazioni locali. Sradicarle risulterebbe più difficile tanto che andrebbero usati antibiotici più potenti i quali a loro volta causerebbero, a lungo andare, un aumento della resistenza. È un circolo vizioso molto pericoloso tanto che l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha messo in guardia sui pericoli di questo fenomeno.

Giacomo Ampollini

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