L’ONU è in procinto di aprire il dialogo riguardo all’uso delle armi autonome, ma “chi spera in un divieto o trattato che regolamenti i robot killer resterà deluso” ha già annunciato l’ambasciatore indiano sul disarmo, Amandeep Gill, che presiederà l’incontro. La dichiarazione dell’ambasciatore è stata riportata dall’AFP (Agence France-Presse) di Ginevra.
Oltre 100 imprenditori che hanno investito sull’intelligenza artificiale guidati da Elon Musk di Tesla, ad agosto hanno sollecitato l’ONU affinché si rispetti un divieto globale di armi completamente automatizzate, facendo eco a quanto sostengono anche gli attivisti. L’uso di robot killer, di sistemi armati completamente automatizzati, potrebbe rivoluzionare l’idea stessa della guerra facendo correre rischi elevati ai civili.
Esiste un gruppo delle Nazioni Unite conosciuto come la Convention on Certain Conventional Weapons (CCW) ovvero la Convenzione su certe armi convenzionali: lunedì prossimo, si aprirà a Ginevra la Conferenza sul Disarmo per dedicare cinque giorni di colloqui al tema.
“Sarebbe molto facile legiferare un divieto, ma penso che … affrettarsi su un argomento molto complesso come questo non è saggio” ha annunciato Amandeep Gill ai giornalisti. “Siamo appena alla linea di partenza“.
La discussione, che coinvolgerà compagnie della società civile e della tecnologia, sarà in parte concentrata sulla comprensione dei tipi di armi esaminati.
I sostenitori di un divieto sull’uso dei robot killer, incluso il gruppo di pressione Campaign to Stop Killer Robots, insistono affinché gli esseri umani debbano, in ultima analisi, essere responsabili della decisione finale di distruggere o uccidere. Sostengono che qualsiasi sistema di armi che deleghi la decisione di un attacco individuale ad un algoritmo è per definizione illegale, perché i computer non possono essere ritenuti responsabili nel diritto internazionale umanitario.
Gill ha risposto che esiste un accordo tra le nazioni secondo cui “gli esseri umani devono rimanere responsabili per le decisioni che coinvolgono la vita e la morte“. Ha anche affermato, però, che ci sono diverse opinioni sulla meccanica attraverso cui il “controllo umano” deve gestire le armi mortali.
Il Comitato internazionale della Croce Rossa, incaricato di salvaguardare le leggi del conflitto, non ha chiesto un divieto, ma ha sottolineato la necessità di porre dei limiti all’utilizzo delle armi autonome.
“La nostra linea di fondo è che le macchine non possono applicare la legge e non si può trasferire la responsabilità per le decisioni legali ai robot” ha dichiarato Neil Davison, dell’unità delle armi ICRC.
Davison ha evidenziato la natura problematica dei sistemi delle armi, in cui esistono importanti variabili in termini di tempistiche o location di un attacco (ad esempio, un’arma impiegata per diverse ore e programmata per colpire ogni volta che rileva un bersaglio nemico).
“Lì dove esiste un grado di imprevedibilità o incertezza su quanto avverrà, una volta attivato questo sistema di armi, si iniziano ad avere problemi di rispetto degli obblighi normativi” ha spiegato.
La riunione dell’ONU, a partire da lunedì, ospiterà un ampio dibattito sull’intelligenza artificiale suscitando critiche sul fatto che la CCW si limiti ad ‘annegare’ nelle discussioni sulle nuove tecnologie piuttosto che affrontare il carattere di urgenza della questione.
“Si corre il rischio di generalizzare troppo in questo momento” ha riferito Mary Wareham di Human Rights Watch, coordinatore della Campaign to Stop Killer Robots.
“E’ necessario concentrarsi sulle armi autonome letali” ha dichiarato Wareham all’AFP.
La lettera aperta co-firmata da Musk e Mustafa Suleyman (co-fondatore di DeepMind di Google, società che sviluppa intelligenza artificiale) ha avvertito che i robot killer potrebbero diventare “armi utilizzabili da dittatori e terroristi contro popolazioni innocenti”, armi che potrebbero essere manomesse per eseguire ordini indesiderati.
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“Una volta aperto questo vaso di Pandora, sarà difficile richiuderlo” hanno concluso Musk e Suleyman nella lettera inviata all’ONU.
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