È ormai prassi comune dormire poco e male in settimana per poi lasciarci andare a lunghe maratone di sonno durante il fine settimana. Ciò nella convinzione che possa servire a recuperare le ore di sonno perdute e in tal modo compensarle.
E invece un recente studio dell’Università del Colorado fa sapere che cercare di combattere le carenze solo nel fine settimana non serve a prevenire gli scompensi che abbiamo causato al nostro corpo durante i giorni lavorativi, perchè cali di energia, aumento del peso causano una riduzione dell’attività dell’insulina, l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue.
Dormire poco e non fare abbuffate sembrano ancora essere le linee guida fondamentali per preservare la nostra salute.
Un’enorme fetta della popolazione mondiale soffre di disturbi legati al sonno. Uno studio della Università del Western Ontario, stima che circa metà delle persone campionate dormono 6 ore per notte. Circa un’ora in meno rispetto alle sette raccomandate.
Gli italiani, con quasi 8 ore di sonno al giorno ma ciò non vuol dire che nel nostro paese la situazione sia migliore: da noi il 45% soffre di insonnia transitoria e circa 10 milioni soffrono di insonnia cronica.
In uno studio del Karolinska Institute di Stoccolma e dell’Università di Milano Bicocca, era stato sostenuto che con qualche ora di sonno in più si potevano compensare gli effetti negativi sulla salute dovuti alle poche ore di sonno durante la settimana.
I ricercatori hanno valutato se il riposo quando si è in vacanza può essere una strategia per attenuare le conseguenze psicofisiche a danno del metabolismo. E la risposta è che, purtroppo, non si registra alcun miglioramento rispetto alle carenze accumulate.
Non dormire aumenta infatti anche i rischi di obesità e diabete, due patologie che sono in netta crescita: nel mondo, più di 600 milioni di adulti sono fuori peso forma. L’assenza di sonno provoca infatti uno scompenso del ritmo metabolico che altera la capacità di regolarsi sul cibo, portando ad accumulare peso.
Perciò il ritmo della nostra giornata viene alterato, con la conseguenza che ne risulta alterato anche quello dei pasti.
Nel corso dei test, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi. Il primo poteva dormire 9 ore per notte. Il secondo 5, mentre il terzo dormiva 5 ore per 5 giorni e poi quanto voleva in altri due. Si è scoperto che chi non riposava regolarmente tendeva a mangiare di più dopo cena, con il risultato di ingrassare.
Infatti, nei giorni di riposo extra si tende a mangiare di meno, ma quando si ritorna al ritmo usuale l’orologio biologico si sposta e si è più propensi a mangiare fino a tardi, con il risultato che tutte le calorie così immagazzinate comportano accumuli incontrollati di grasso.
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