Scienziati scoprono un “battito cardiaco” a raggi gamma nel cosmo

Un gruppo di scienziati ha scoperto un collegamento tra due oggetti nello spazio molto lontani, che condividono il medesimo battito cardiaco

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Un gruppo di scienziati ha recentemente scoperto una novità molto interessante del vasto mondo dello spazio. Due oggetti, infatti, una nuvola cosmica di gas ed un buco supermassiccio, sono separati simultaneamente da ben 100 anni luce ma allo stesso tempo uniti da qualcosa di inaspettato e spettacolare: un distinto battito cardiaco.

Un team internazionale di ricercatori ha rilevato ciò che descrivono come un “battito cardiaco a raggi gamma” che sincronizza questa nuvola di gas ad un buco supermassiccio molto distante. Non sono ancora esattamente sicuri di come sia successo.

 

La scoperta degli scienziati

L’indagine svolta è stata recentemente pubblicata sulla rivista Nature e fornisce nuovi indizi che potrebbero rivelarsi utili per migliorare la nostra comprensione di come i raggi cosmici vengono prodotti nell’universo. Gli scienziati ritengono che il buco nero stia in qualche modo alimentando l’emissione di raggi gamma dalla nuvola perché entrambi seguono lo stesso ritmo, ma come e perché ciò sia possibile deve ancora essere confermato da analisi più approfondite.

“Trovare una connessione così inequivocabile tramite la tempistica, a circa 100 anni luce dal microquasar, nemmeno lungo la direzione dei getti è tanto inaspettato quanto sorprendente”, ha detto Li, autore senior dello studio. “Ma come il buco nero possa alimentare il battito cardiaco della nuvola di gas non ci è chiaro.”

Sono necessarie ulteriori osservazioni per determinare la causa principale dietro questo improbabile duo sincronizzato, ma gli scienziati finora hanno una teoria: credono che i nuclei degli atomi di idrogeno prodotti alla fine dei getti del buco nero stiano causando i raggi gamma emissioni. “La SS 433 continua a stupire gli osservatori a tutte le frequenze e i teorici allo stesso modo”, ha detto Li. “Ed è certo che fornirà un banco di prova per le nostre idee sulla produzione e la propagazione dei raggi cosmici vicino ai microquasar per gli anni a venire”.