La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria neurodegenerativa del sistema nervoso centrale che per lungo tempo è stata considerata una malattia della sostanza bianca, Ma secondo un numero crescente di studi vi sarebbe anche un coinvolgimento diretto della sostanza grigia. Nel mondo ne soffrono circa tre milioni di persone, di cui 600.000 in Europa e circa 114.000 in Italia.
La sclerosi multipla determina lo sviluppo di focolai infiammatori che danneggiano il sistema nervoso centrale causando, a seconda delle aree colpite, problemi nel movimento, nell’equilibrio, nella percezione degli oggetti e persino nel pensiero.
Il sistema nervoso centrale è dotato di meccanismi che lo proteggono dalle infiammazioni e che consentono una sorveglianza immunitaria per gli agenti patogeni. In un nuovo studio un team di ricercatori, guidati da Jenna L. Pappalardo del Dipartimento di Neurologia e immunobiologia delle School of Medicine dell’Università di Yale, ha condotto un analisi sulle cellule T nel liquido cerebrospinale di individui sani e di pazienti con sclerosi multipla, utilizzando sequenze di RNA e TCR a cellula singola per definire l’omeostasi immunitaria del sistema nervoso centrale, sia in pazienti sani che in pazienti con sclerosi multipla.
I ricercatori hanno determinato che le cellule T del liquido cerebrospinale espanse clonalmente, sono diverse da quelle trovate nel sangue, le quali presentano adattamento all’interferone gamma (IFN-γ), una citochina che fa parte della famiglia degli interferoni ed è prodotto dai linfociti B e T attivati, e da quelle presenti nei tessuti.
I linfociti T dei pazienti con sclerosi multipla invece, sono diversi da quelli presenti nei soggetti sani e presentano firme relative all’espressione di geni responsabili di un’attività citotossica.
I linfociti T forniscono una sorveglianza immunitaria critica al sistema nervoso centrale e si ritiene che il liquido cerebrospinale sia la via principale per il loro ingresso nel sistema nervoso centrale. La caratterizzazione dello stato delle cellule T nel liquido cerebrospinale in individui sani è importante quindi per comprendere come i linfociti T forniscano una sorveglianza immunitaria protettiva, senza danneggiare il delicato ambiente del SNC e fornisce un contesto tessuto-specifico per comprendere la disfunzione immunitaria in questa malattia neuroinfiammatoria.
I ricercatori hanno dunque analizzato il profilo dei linfociti T nel liquido cerebrospinale di donatori sani e di pazienti con sclerosi multipla. In questo modo hanno potuto identificare le firme relative all’attività citotossica di queste cellule e al loro adattamento ai tessuti.
Confrontando le cellule T dei donatori sani con quelle dei pazienti affetti da sclerosi multipla, i ricercatori hanno determinato che in questi ultimi, l’espressione genica dei linfociti T è correlata ad un attivazione di queste cellule e alla loro attività citotossica.
Immagine: Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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