Dopo una lunga indagine, scaturita da uno scritto del 1965, è finalmente stato riportato alla luce un dipinto medievale nella chiesa di Sant’Alessio all’Aventino a Roma. Il dipinto rappresenta con buona probabilità Sant’Alessio ed il Cristo Pellegrino.
Il dipinto è stato ritrovato in ottimo stato di conservazione in un intercapedine della chiesa, grazie alla storica dell’arte e ricercatrice, nonché consulente culturale di sindaci e ministri, Claudia Viggiani. La stessa Viggiani ha definito il ritrovamento dell’affresco, rimasto nascosto per quasi 900 anni, come “assolutamente eccezionale, anche per l’iconografia rarissima dei due personaggi che si riconoscono nella parte del dipinto al momento visibile”.
Le ricerche sono partite grazie ad una ricerca d’archivio durante la quale è capitata tra le mani della Viggiani, una lettera dell’Ufficio Speciale del Genio Civile per le Opere Edilizie di Roma, indirizzata alla Soprintendenza ai Monumenti per il Lazio. Nella lettera è citato un affresco in ottimo stato di conservazione, rinvenuto durante i lavori per il consolidamento di un campanile. Nella lettera non è però citata la chiesa in cui si sarebbe trovato questo dipinto e la sua ricerca ha richiesto un notevole impegno da parte della Viggiani.
A mettere in sicurezza il dipinto è stata la restauratrice Susanna Sarmati, con la direzione dei lavori di Mariella Nuzzo e Carlo Festa, sotto la soprintendenza di Francesco Prospetti. Il prezioso affresco si trova nell’intercapedine della chiesa di Sant’Alessio a cui si accede da una piccola porticina sul retro. Una volta varcata ci si trova davanti agli straordinari colori dell’affresco, il nero dello sfondo, il rosso dei mantelli e l’oro delle aureole. Il dipinto è incorniciato da un motivo policromo di rara bellezza, molto ben rifinito per l’epoca a cui risale.
Come ha affermato la stessa Sarmati, è difficile trovare opere medievali “così complete ed integre”, in cui è possibile distinguere ancora le pennellate originali. Il dipinto è ancora per metà coperto dal muro che crea l’intercapedine, e l’intento della Viggiani è quello di riuscire a portarlo completamente alla luce. La porzione che è ora visibile misura circa 4 m di altezza e 0,9 m di larghezza.
In origine, nella chiesa medievale, il dipinto si trovava sulla parete della controfacciata e chi ristrutturò la chiesa coprendolo, fece comunque attenzione a proteggerlo, e probabilmente lo lasciò alla vista dei fedeli tramite una piccola feritoia sul muro.
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