Foto di Weichao Deng su Unsplash
Una scoperta rivoluzionaria ha portato alla luce una nuova forma di vita nella cosiddetta zona critica della Terra: un phylum microbico completamente sconosciuto, chiamato CSP1-3.
Il ritrovamento è frutto di uno studio internazionale guidato dal microbiologo James Tiedje, della Michigan State University (MSU), e potrebbe cambiare il nostro modo di comprendere la vita nel sottosuolo terrestre.
La zona critica è definita come la “pelle” del nostro pianeta: uno strato che va dalle cime degli alberi fino a circa 200 metri di profondità nel suolo.
Questa regione è essenziale per il mantenimento della vita, poiché regola processi fondamentali come:
Nonostante la sua importanza, le sue profondità sono ancora poco esplorate.
Durante l’analisi di campioni di terreno prelevati a 20 metri di profondità in Iowa e Cina, i ricercatori hanno scoperto microbi del nuovo phylum CSP1-3, distribuiti sorprendentemente in modo globale.
Le analisi genetiche suggeriscono che questi microbi:
Contrariamente a quanto si pensava, i CSP1-3 non sono rari, ma dominano gli strati profondi del terreno, rappresentando oltre il 50% della popolazione microbica in queste zone.
Il loro compito? Agire come “spazzini” ecologici, purificando l’acqua che filtra in profondità.
Consumano composti di carbonio e azoto, diventando l’ultimo filtro naturale del nostro pianeta.
“I CSP1-3 hanno un lavoro da fare. Ripuliscono ciò che è passato attraverso lo strato superficiale del suolo”, afferma Tiedje. “Non sono dormienti, ma adattati a vivere in condizioni difficili, lontano dalla luce e dalla ricchezza superficiale”.
Questa scoperta, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, apre una nuova frontiera nella microbiologia del sottosuolo e ci ricorda quanto sia ancora misterioso il mondo sotto i nostri piedi.
Foto di Weichao Deng su Unsplash
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