Le prime immagini che hanno rivelato la Yamaha MOTOROiD 03, moto controllata dall’intelligenza artificiale, sono comparse in anteprima poco meno di un mese fa catturando l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori. Yamaha ha voluto dare un assaggio del suo nuovo prototipo con un certo anticipo, in occasione della presentazione ufficiale al Tokyo Motor Show del 27 ottobre. In questa 45° edizione dell’evento espositivo, come ogni anno il ‘garage del futuro’ ha mostrato quale direzione prenderà la mobilità lasciando che i quattro colossi giapponesi dell’industria rivelino concept esclusivi e avanzatissimi.
Stavolta, la casa di Iwata ha rivelato alcune caratteristiche tecniche di una serie di concept interessanti. Tra questi, il concept MOTOROiD 03 ha attirato maggiormente l’attenzione degli appassionati delle due ruote o dei curiosi.
Belle foto, potete ammirarle, design che incuriosisce ma cosa sa fare? Potrete verificarlo nel video di dimostrazione a conclusione di questo nostro inchino al futuro.
Yamaha racchiude nel termine giapponese ‘kando’ l’esperienza che intende offrire con i suoi modelli a due ruote avanzati. Kando esprime la profonda soddisfazione e la forte emozione che si possono provare soltanto quando ci troviamo di fronte qualcosa di unico, esclusivo. Soddisfazione ed emozione che possono durare un attimo ma gli effetti ce li portiamo addosso, dentro, nel tempo.
L’esperienza di guida kando, per la casa giapponese, è una forma di interazione con una creatura vivente, capace di adeguarsi alle reazioni del pilota, autonoma e, allo stesso tempo, assecondante.
In sintesi, kando sta a significare perfetta interazione ed armonia tra uomo e motore.
Nessun modello riesce ad esprimere meglio questo significato.
Ha un motore elettrico (ecologico e totalmente silenzioso) calettato sul mozzo posteriore, servito da 6 batterie agli ioni di litio cilindriche (poste tra le ruote) a ricarica ultrarapida (o, comunque, a sostituzione istantanea) per consentire al pilota di azzerare i tempi di ricarica. Il peso dichiarato in assetto di marcia è di 213 Kg (più o meno quello di una moto classica).
Il telaio dorsale in fibra di carbonio include le componenti elettroniche: prevede la sospensione monobraccio posteriore, una forcella con ammortizzatore centrale ed articolazione a quadrilatero. Non dispone di manopole ma di cloche che regolano sterzo e forcella. Le appendici della sella ne modificano l’assetto in base ai movimenti del pilota.
E’ una moto elettrica speciale: l’intelligenza artificiale gestisce e regola in automatico sospensioni, sellino, manubrio ed erogazione del motore.
Il design della Yamaha MOTOROiD 03 non può che essere avveniristico considerando l’uso dell’intelligenza artificiale capace di offrire un’esperienza di guida unica per il pilota.
Si chiude con il passato: l’intelligenza elettronica sa decidere in modo autonomo il livello di performance, sportività e comfort di chi guida una moto di questa portata.
Ricordate quando, due anni fa, nel presentare un teaser del progetto Motobot Yamaha coinvolse Valentino Rossi? In quel video, abbiamo visto un robot che si muoveva in pista in piena autonomia, con notevoli tempi sul giro e linee di traiettoria convincenti.
Yamaha è sempre stata attenta all’avanguardia ed alla robotica: i primi passi del progetto (generazione MOTOROiD 01) risalgono al 1990.
La Yamaha MOTOROiD 03 è un prototipo dalle dimensioni contenute che segna l’evoluzione del progetto Motobot: mobilità elettrica, intelligenza artificiale, robotica, guida autonoma sono state perfezionate.
Il prototipo lascia immaginare un futuro in cui i veicoli potranno servire principalmente a spostarsi da un punto all’altro grazie alla guida robotizzata. Non si guida da sé, non proprio, non ci sarebbe più gusto: l’intelligenza artificiale è un supporto sicuro, serve ad integrare le capacità predittive e di guida del pilota che verrebbero, in questo modo, migliorate e rese più emozionanti e piacevoli.
Ogni dettaglio è stato studiato per fare in modo che il pilota diventi una cosa sola con la moto.
Di fronte alle immagini che abbiamo già avuto modo di ammirare e guardando il video in fondo all’articolo, il pilota (assicurato ai supporti lombari e con l’addome poggiato su un cuscino ammortizzato) pare sia costretto ad un’unica posizione di guida allungata verso i semimanubri (una sorta di joystick).
La Yamaha MOTOROiD 03 è in grado di riconoscere il ‘suo’ pilota e di interagire con lui ma non è dato di sapere ancora fino a che punto.
Lo accoglie in sella e regola in automatico la posizione del manubrio (dotato di comandi innovativi e di sensori di avvertimento). I due sostegni sopra la sella gli permetteranno di mantenere l’assetto in fase di accelerazione.
Vi lasciamo alla dimostrazione in video di quello che sa fare il prototipo Yamaha MOTOROiD 03.
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